LA FED TRA FALCHI E COLOMBE
Salgono le attese per la conferenza di questa sera della FED chiamata ancora ad un rialzo tassi di 75Bp, dato oramai scontato dai mercati, che ben sanno la necessità di un’impostazione ancora hawkish al fine di raggiungere il famoso “tasso di equilibrio”, che per molti si colloca tra un 4.00 e 4.25%
I dati della congiuntura macroeconomica americana ancora non giustificherebbe un rallentamento da parte della FED , che deve a tutti i costi contenere l’inflazione, che sebbene stia rallentando nel dato generale, che passa da un picco del 9.1% all’attuale 8.2% in 4 mesi, trova invece un corposo rialzo nel dato CORE ovvero al netto delle componenti più volatili, che sono food ed energy.
Il dato core sale al +6.6%, massimo degli ultimi 20 anni, il che lascia presagire un’inflazione orami nel tessuto sociale ed economico del paese.
Salgono dunque i prezzi dei beni di uso quotidiano, visti anche i dati del Personal Conumer Expenditur PCE, che palesa come il tempo sia nemico ora della banca centrale. Maggior tempo trascorrerà per raffreddare l’euforia dei consumatori, e più sarà difficile tornare sui prorpi passi. Come facile immaginare, i prezzi di molti beni difficlmente torneranno indietro, a meno di una fortissima recessione, che costringa ad un calo corposo del costo vita.
Il tempo diventa dunque cruciale, la FED deve agire ora più rapidamente di quanto pensava, e la paura di una possibile recessione che sta attanagliando diverse altre banche centrali come la BOC e la RBA o la RBNZ, sembra non intaccare la FED, almeno da quanto detto da Powell nelle ultime riunioni.
In questo scenario, dobbiamo convenire che la congiuntura macroeconomica americana resta al momento tra le migliori del mondo occidentali, con un mercato del lavoro ancora molto tonico, vista la disoccupazione ai minimi, tuttavia qualcosa inizia a scricchiolare, partendo dalle imprese, che esprimono maggiori preoccupazioni per il futuro, special modo il mondo manifatturiero che secondo i PMI è già in forte rallentamento, cosi come dimostra anche il dato ADP pubblicato oggi, che sebbene mostri 239 000 nuovi posti di lavoro, manifesta una forte recessione del settore merceologico, primo a reagire alle politiche aggressive della FED, mentre salva il dato generale il comparto dei servizi.
Il generale l’America sembra essere ancora lontana dalla recessione vera e tanto temuta, anche grazie ad una prima rilevazione del PIL q3 che ha dato ampio respiro alle istituzioni finanaziarie e politiche del paese.
Il quadro potrebbe tuttavia peggiorare se la FED dovesse proseguire nella sua scelta di rialzo tassi, e portare non poche difficoltà alla creazione futura di ricchezza, e il timore di anticipare la curva inizia a pesare sulle scelte di Powell, messo alle strette anche dalle elezioni di Mid Term, e dalla prospettiva di una rivoluzione nel Board della FED previsto nel principio del 2023
Molte le incognite dunque, che speriamo siano risolte questa sera.
Nel frattempo il mondo valutario in netta attesa per questa sera, vede un EurUsd ancora sotto i livelli di parita, in chiara congestione sui tf piu bassi, in attesa di una direzionalità più chiara, che potrebbe portare al test delle resistenze in caso di una FED accomodante, passando prima per le aree di 0.9980 e poi a 1.0064 per poi puntare ai massimi di periodo.
Tuttavia in caso contrario non possiamo escludere affondi ribassisti, oltre i primi supporti di 0.9880 a 0.9810 per poi puntare ai minimi di questo 2022
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA