UN DOLLARO CHE RALLENTA AL FINIRE DEL 2022
Giornate prive di market mover macroeconomici rilevanti, il che ci fa ben capire come ci si stia proiettando oramai al nuovo anno di contrattazione, con uno sguardo attento a quelli che sono stati gli ultimi driver del mercato che potrebbero ancora dare carattere al mercato nel gennaio 2023 , un mese che sarà di attesa dei primi appuntamenti con le banche centrali a aprtire da Febbraio.
Le ultime battute sono state di debolezza equity, e al contempo di debolezza di dollari Usa, lasciando cosi una correlazione inversa che da tempo caratterizzava i mercati finanziari.
Il 2022 è stato chiaramente caratterizzato da questa correlazione, con le borse in chiaro bear market, ribassi che hanno portato gli investitori all’acquisto di dollari americani, chiaro asset rifugio nei confronti di un’iper inflazione che ha colpito fortemente i paesi emergenti , che sono corsi a rifornirsi di dollari Usa per poter accedere ai mercati di beni e servizi con una valuta forte e non con la loro divisa di appartenenza profondamente svalutata.
Questo il mood per buona parte del 2022, ma ora che ci avviciniamo al termine di questo anno, qualcosa sta cambiando , e i dati macroeconomici Usa iniziano a sgretolarsi, tanto da porre le basi per un 2023 all’insegna della recessione, il che ha portato alle prime prese di profitto sul biglietto verde che ha perso i massimi di periodo e inizia a vedere vendite, per far spazio ad altri asset rifugio come il gold, e allo stesso tempo anche nel valutario si fa spazio ad asset come l’euro e il franco svizzero.
Andando ad analizzare le performance degli asset valutari su base annuale, troviamo evidente la buona forza del franco svizzero che ha visto la banca centrale alzare il costo del denaro al 1% dopo 20 anni di tassi negativi.
Se andiamo ad osservare il quadro tecnico di piu breve periodo troviamo il franco svizzero alle prese con una fase di consolidamento dei prezzi tra 1.0825 e 1.10, stabilmente sopra il poc del composito annuale, dando un chiaro segnale di forza di questo asset, che potrebbe trovare ulteriore slancio oltre le resistenze di 1.0990-1.10
Se il franco svizzero gode di ottima forza, non si puo dire lo stesso del dollaro canadese, che sta seguendo le sorti del WTI in questa seconda parte del 2022. Il dollaro canadese ora congestionato tra i supporti di 0.7325 e 0.73 figura e le resistenze di 0.7450 non trova la forza necessaria per chiudere il 2022 in territorio positivo sebbene il delta tasso lo veda tra gli asset valutari prediletti.
Rimanendo nell’ambito della debolezza per questo 2022 non possiamo non parlare dello yen giapponese, che chiude uno degli anni peggiori contro il dollaro, per le chiare divergenze di politica monetaria di cui abbiamo già discusso durante l’anno. Sebbene il quadro tecnico mostri segnali di ripresa, dobbiamo osservare che tutte le spinte rialziste sono dettate unicamente dagli interventi della BOJ, in assenza delle quali lo yen torna a perdere terreno, ora al test dei supporti di 0.007475, oltre il quale possiamo valutare allunghi fino 0.007375. difficile ora credere in allunghi rialzisti tali da giustificare ripartenze e rotture delle resistenze a 0.007690 ultima area volumetrica di interesse, ma il 2023 potrebbe riservare non poche sorprese e questi asset avranno molto da raccontare.
per tornare ai market mover di giornata, unico dato degno di nota è relativo alle richieste di disoccupazione USA, dato che molti operatori sperano in netto aumento ,aprendo le porte ad una evidenza di efficacia nelle decisioni di politica monetaria della FED.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA