DISOCCUPAZIONE STABILE IN AUSTRALIA
L’inflazione in occidente sembra aver abbandonato i livelli di massimo raggiunti nel 2022 e le ultime rilevazioni pubblicate in questo Gennaio 2023 sembrano confermare un pivot nei prezzi al consumo, il che pone le basi per importanti cambiamenti nelle politiche monetarie delle principali banche centrali.
Sebbene queste sono le speranze degli operatori, nelle ultime ore alcuni membri del board della FED hanno mostrato la loro aggressività, con dichiarazioni hawkish molto chiare, manifestando l’intenzione di mantenere ancora tassi elevati che mirano al 5%, in altrettanti toni aggressivi oggi la Lagarde , capo della BCE, ha dichiarato la necessità di non abbandonare il percorso di contenimento dei prezzi.
I toni sembrano aver raggelato i mercati nelle ultime ore, mentre si stava sviluppando un discreto mood di risk on e in questo contesto di paesi occidentali che vivono in equilibrio tra speranza e paura, stanotte in Australia sono stati pubblicati i dati sul mercato del lavoro, che hanno mostrato ancora un comparto molto teso che non accenna a rallentare.
Il quadro macroeconomico che avvolge i paesi oceanici è ben diverso da quello americano , in Australia come in Nuova Zelanda, l’inflazione è ancora sui massimi con l’IPC che non accenna a mostrare cedimenti, le ultime rilevazioni australiane hanno mostrato un IPC al +7.3%, sebbene la RBA abbia alzato i tassi oltre il 3%.
L’economia australiana stenta a rallentare e questo pone le basi per ulteriori interventi della RBA, che si potrebbe veder costretta ad ulteriori rialzi dei tassi di interesse, e i dati che sono stati pubblicati sul mercato del lavoro non possono che dare sostegno a questa ipotesi.
La disoccupazione rimane ferma al +3.5% il che mostra la tonicità dell’economia australiana, e pone robuste basi alla domanda aggregata che dovrà dunque essere messa ancora alla prova da tassi di interesse più alti.
Gli impieghi a tempo pieno calano, cosi come i part time, ma cala parimenti anche il tasso di partecipazione , il che indica che meno australiani sono in cerca di lavoro pertanto i nuovi posti di lavoro creati sono sufficienti ad assorbire in buona parte la domanda di lavoro.
Salari stabili e alte offerte di lavoro pongono le basi per un’inflazione ancora alta che dovrà vedere maggiore impegno da parte della RBA nella sua lotta con politiche più aspre.
Il dollaro australiano pertanto mantiene una strutturale forza, godendo delle aspettative di un vantaggioso delta tasso con il dollaro usa che ha invece raggiunto oramai i picchi e si prospettano per il biglietto verde possibili tagli in questo 2023.
Due strade asincrone dunque per le divise di riferimento, da un lato il dollaro australiano che potrebbe avre ulteriori rialzi tassi e dall’altra un biglietto verde in calo: lo scenario favorisce dunque possibili allunghi rialzisti.
Le ultime ore hanno tuttavia mostrato un mood di risk off sui mercati equity e questo ha favorito storni del dollaro australiano dai sui livelli di massimo, portandolo sui primi supporti a 0.6875 -0.6850 queste le aree di maggiore interesse nel breve periodo.
La struttura sui tf più ampi rimane fortemente rialzista, con i fasci di medie mobili ben impostate a rialzo e sane trend line supportive che portano a sequenze di minimi crescenti.
Seguiremo ora con attenzione le decisioni della RBA nella prossima riunione per decifrare quale futuro si prospetta per il dollaro australiano in questo 2023
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA