LA BANK OF ENGLAND ALLE PRESE CON IL QUANTITATIVE TIGHTENING
Le attenzioni di noi operatori sono oramai concentrate sulle azioni delle abcne centrali mondiali, che sono tutte volte al rialzo del costo del denaro e al più generale inasprimento delle condizioni di politica economica, al fine di contrastare la corsa dei prezzi.
Prima a parlare questa settimana sarà la FED , mercoledi 21 settembre, ma il giorno seguente, avremo la Bank of England attesa ad un rialzo tassi “JUMBO”.
L’inasprimento delle politiche monetarie da parte della banca centrale inglese hanno visto inizio già nel dicembre 2021 con un primo rialzo tassi di soli 15Bp, ma da quel momento l’aumento del costo del denaro è stato continuo, con inasprimenti ad ogni riunione di 25bp , fino ala riunione di giugno, per poi balzare ad un rialzo di 50bp e portare il costo del denaro all’attuale +1.75%
Troppo spazio alla curva del ciclo economico è stato concesso, ed ora il gap con l’inflazione va recuperato ad ogni costo.
I consueti rialzi tassi di 25bp sembrano inefficaci contro un’inflazione che ha toccato il +10.1 % e che secondo la BOE punta al picco del +13%, pertanto si rendono necessarie azioni di maggiore aggressione alla domanda, cosi si è passati al rialzo ultimo di 50BP, ed ora sul tavolo della prossima riunione troviamo un potenziale rialzo “jumbo” in linea con il resto del mondo occidentale, da ben 75BP.
La composizione del board oramai nella sua totalità hawkish, sembra tuttavia non essere soddisfatta del solo rialzo del costo del denaro, perché è nostro dovere ricordare che in questi anni, la banca centrale inglese ha sostenuto il debito del Regno Unito, espandendo il suo bilancio e arricchendolo di Gilt al fine di contenerne i rendimenti, e quindi gestire gli interesse dovuto sul debito sovrano.
Il progetto più ampio della banche mondiali, che mirano alla stretta monetaria ricordiamo essere composto non solo dal rialzo del costo del denaro, ma anche dalla riduzione del balance sheet, al drenaggio della liquidità immessa negli ultimi anni al fine di contenere i disagi derivanti da eventi come la pandemia o prima ancora la Brexit.
I gilt ( le obbligazioni relative al debito sovrano del RegnoUnito) detenute dalla banca centrale inglese ammontano oramai a 875B sterline, un livello 5 volte superiore a quello detenuto nella crisi del 2009.
Si rende quindi necessario un piano di drenaggio, ovvero far rientrare la liquidità immessa nel sistema a fronte del sostegno al debito UK, ma il momento non sembra dei migliori!
Il nuovo PM inglese Lizz Truss ha dato come priorità nel suo piano politico il sostegno a famiglie ed imprese, special modo contro i rincari dell’energia, e questo piano ha bisogno di risorse.
La fame di liquidità al momento non sembra essere finità ed un’ulteriore stretta monetaria da aprte della BOE potrebbe mettere a dura prova i piano politici del PM inglese che senza i fondi necessari non potrebbe sostenere l’economia del paese.
Le prospettive di decrescita per i prossimi anni sono oramai chiare, in Europa, come in America cosi come nel Regno Unito.
Difficile dunque al momento credere in prospettive rialziste per la sterlina, che continua a soffrire il peso del super dollaro in primis, ma anche a confronto con le altre principali majors il suo stato di debolezza pare evidente.
Al momento gbp usd sembra tenere le aree di minimi di 1.1360-50, ma non trova spunti necessari alla rottura delle resistenze poste a 1.1460 che potrebbero decretare la vera ripartenza rialzosta.
La palla è ora nelle mani della FED, che sarà prima a parlare domani sera, pertanto ancora dollaro super star prima di lasciare il palco alla sterlina.
Buon trading
Salvatore Bilotta.
Personalmento penso che anche loro attueranno un sostenuto 75bp almeno per due volte.