LA BILANCIA COMMERICALE USA E IL DOLLARO FORTE
Pubblicati oggi i dati sulla bilancia commerciale USA, dati relativi al mese di Novembre 2022, che hanno mostrato un forte rallentamento sia nelle esportazioni che nelle importazioni.
Per quanto riguarda le esportazioni la bilancia commerciale rallenta del 15.6% , trovando fortissimo calo nelle esportazioni di beni industriali con un -5.8%, ma non fanno meglio i generi alimentari con un -4.6%.
In generale il commercio USA non è dei migliori, anche le importazioni rallentano, con n -7.6% nelle sole importazioni da ottobre a novembre, con un pesantissimo -13.0% dei beni di consumo, seguiti da un -8.9% del settore automobilistico.
I dati forniti, mettono in evidenza sia il forte rallentamento economico globale, che penalizza le importazioni in un paese che dovrebbe invece trovare in un dollaro ancora molto forte, un valido motivo per alzare il livello di importazioni. Dobbiamo notare tuttavia che sebbene il dollaro forte sia un punto a favore per le importazioni, questo lo è molte volte per le materie prime, ma non per i manufatti, che soffrono una minor produzione mondiale a causa di elevati costi e difficoltà produttive.
Le esportazioni come può essere facile intuire non sono avvantaggiate da un dollaro forte, che rende meno concorrenziali i manufatti americani a fronte di prodotti paralleli, che hanno minori costi di produzione e un tasso di cambio più vantaggioso.
Secondo il rapporto del United States Census Bureau le esportazioni USA sono calate di 5.3 miliardi di dollari rispetto al mese di ottobre e le importazioni sono crollate di ben 20.8 miliardi di dollari.
Salgono di fatto le scorte sia all’ingrosso che al dettaglio in attesa di poter riversare sul mercato la produzione inevasa. Pone questo dato le basi per domandarci cosa potrebbe avvenire nel prossimo 2023 se l’economia mondiale dovesse vedere ancora una domanda asfittica e raffreddata dalle politiche monetarie globali, chi riuscirebbe ad assorbire la produzione inevasa, che non trova acquirenti né all’estero né nel mercato interno USA.
Si pone dunque necessaria l’analisi di uno dei tassi di cambio di maggiore interesse per il commercio internazionale: EURUSD!
I maggiori scambi sono tra il vecchio continente e l’America, scambi che per questo 2022 hanno vissuto il peso di un dollaro fortissimo, che ha portato il tasso di cambio EURUSD ai minimi degli ultimi 20 anni a livelli sotto la parità di 0.9540. questo a fortemente penalizzato il vecchio continenete costretto ad importare materie prime, ma che pone basi di vantaggio futuro per il mondo delle esportazioni.
Ora che l’economia USA inizia a rallentare, sembra ovvio cercare in asset come la moneta unica una valida alternativa per allocare capitali, in una divisa che offre ancora potenzialità di rivalutazione grazie ad una BCE che ha ancora molte cartuccie da sparare, sia per il rialzo tassi, che nell’intraprendere azioni come il QT.
Il quadro tecnico di eurusd vede ora le quotazioni in un chiaro trading range compreso tra 1.0766-75 e 1.0650.
Da qui la possibilità di un dollaro USA ancora debole pone le basi per ripartenze a rialzo di EURUSD verso le prime aree di attenzione volumetrica poste a 1.0930 per poi approdfare a 1.11
Vedremo cosa riserva il 2023, ancora ricco di cambiamenti economici e monetari degni di essere monitorati
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA