La BCE ALLE PRESE CON INFLAZIONE E CRISI ENERGETICA
Dopo le dichiarazioni di ieri della Fed, oggi è il turno della BCE, anche lei attesa a scelte di politica monetaria aggressiva, al fine di combattere un’inflazione record che stenta a rientrare.
Se in America ieri Powell ha mantenuto i toni hakish , pur avendo un’inflazione che è passata dal 10% al 7%, sembra evidente che la BCE non potrà scegliere strade diverse avendo ancora i prezzi di beni e servizi al 10% e senza nessuna evidenza di aver raggiunto il picco.
Il rialzo tassi da parte della banca centrale europea è un dato oramai abbastanza scontato, ma ciò che interessa gli investitori sembra essere la posizione che assumerà la BCE nei confronti dei programmi APP e PEPP, programmi di sostegno all’economia europea che avevano motivo di esistere nella fase pandemica , ma che oggi sembrano impossibili da chiudere senza creare scossoni all’economia UE.
Ciò non di meno la banca è chiamata ad intervenire, con una formula soft, che possa portare al graduale rientro della liquidità, in primis procedendo ad un mancato rinnovo delle obbligazioni sovrane in scadenza, per poi passare ad una formula più aggressiva di vendita netta sul mercato, tale da consentire una riduzione del balance sheet.
In questa prospettiva le BCE ha maggiore potere rispetto alla FED e alla BOE che hanno già intrapreso queste politiche il che lascia margini ampi di manovra alla Lagarde.
I dati della congiuntura macroeconomica non sono dei migliori, in Europa resta altissima l’inflazione al 10% e la disoccupazione ancora ai minimi del 6.5% il che non favoriche l’idea di consumatori più accorti alla corsa dei prezzi. Questo pone la BCE in condizione di essere molto dura nelle scelte monetarie causando un downgrade delle prospettive economiche europee nel prossimo 2023, con stime tutte riviste al ribasso.
Sarà infatti focus di oggi anche le prospettive che la BCE darà per la prima volta sul 2025 europeo, dato da non sottovalutare per capire quale sarà l’aspettativa della banca centrali.
In questo contesto macro l’euro resta al momento valuta forte, che incassa bene i duri colpi del dollaro tornato in forza dopo le dichiarazioni di ieri di Powell, mostrandosi in grado di spiccare il volo fino 1.0750-1.08 figura nel caso in cui la BCE dovesse mostrare la sua determinazione futura.
Rimaniamo in attesa degli ultimi sviluppi di questo mese di dicembre e di un 2022 non privo di sorprese.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA