Società quotate in Italia: siamo sicuri che “piccolo è bello”? Imprese nane e istituzionali domestici nani (pesa più lo stato) per una economia industriale di mercato nana lontana dai colossi dei servizi.
“In linea con gli anni precedenti, le famiglie continuano a essere i principali azionisti di riferimento, controllando il 64% delle imprese quotate, mentre lo Stato e gli altri enti locali rappresentano l’azionista di riferimento in circa una società su dieci (10%)” = 26% è controllato da gruppi privati o sono public company. Nelle società a maggiore capitalizzazione è intervenuto nelle assemblee in media il 74,6% del capitale di cui il 22,8% rappresentato da investitori istituzionali, di cui il 2,5% erano italiani. “A fine 2020, le società italiane quotate sull’MTA (Mercato telematico azionario) sono 225, con una capitalizzazione complessiva superiore a 486 miliardi di euro.” Il settore industriale pesa il 34,1% della capitalizzazione totale e il 55,6% del campione totale (peso medio per singola società è dello 0,61%); il settore finanziario pesa per il 29,6% della capitalizzazione totale e il 21,8% del campione (1,35% medio); il settore dei servizi pesa per il 36,3% per capitalizzazione e il 22,7% del campione totale (1,6% medio).
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