RICHIESTE DI SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE: VALE ANCORA LA CURVA DEI RENDIMENTI COME MISURATRICE DI IMMINENTI RECESSIONI?
Il numero di americani che hanno presentato nuove richieste di sussidi di disoccupazione è sceso di 3.000 unità rispetto alla settimana precedente, attestandosi a 183.000 unità nella settimana conclusasi il 28 gennaio, il valore più basso da aprile e ben al di sotto delle aspettative del mercato che si aspettavano 200.000 unità. Il risultato ha ulteriormente consolidato l'evidenza di un mercato del lavoro stabile, nonostante l'elevato numero di licenziamenti nel settore tecnologico e l'aggressivo percorso di inasprimento della Federal Reserve (v. chart 1).
Per la terza settimana di seguito gli analisti stimano che le richieste iniziali di disoccupazione dovrebbero peggiorare a 310.000 unità entro la fine del presente trimestre per poi contrarsi nuovamente (v. chart 2).
Anche le richieste di disoccupazione continuative sono scese a 1655 mila nella settimana conclusasi il 21 gennaio 2023, rispetto alle 1666 mila della settimana precedente, riviste al ribasso. I dati si confrontano con le previsioni del mercato di 1677 mila (v. chart 3).
Secondo i modelli macro globali, le richieste continue di disoccupazione dovrebbero raggiungere le 1700.000 unità entro la fine di questo trimestre e poi continuare leggermente a peggiorare (v. chart 4).
La media mobile a 4 settimane delle richieste iniziali di disoccupazione negli Stati Uniti, che elimina la volatilità da una settimana all'altra, è scesa a 191,75 mila nella settimana conclusa il 28 gennaio 2023 da 197,5 mila nella settimana precedente. Si tratta della lettura più bassa dal maggio del 2022 (v. chart 5).
Secondo le aspettative degli analisti, la media delle richieste di disoccupazione a 4 settimane dovrebbe crescere a 247,00 mila unità entro la fine di questo trimestre e peggiorare nei trimestri successivi (v. chart 6).
Si dibatte più che mai sulla prospettiva di una recessione negli Stati Uniti. Gli analisti classici tengono sempre d'occhio l’inclinazione della curva dei rendimenti americani. L’inversione riguarda non solo il tradizionale raffronto fra 10 anni e 3 mesi ma, a ben vedere, più del 75% di tutte le curve misurabili.
Lo US Yield Curve Diffusion Index, che proponiamo alla figura 7, è il risultato della misurazione delle inclinazioni dei vari segmenti dei tassi americani: dai 3 mesi ai 30 anni.
E' di palmare evidenza come in passato sia bastato rilevare un dato più contenuto di quello attuale per intuire le ultime tre recessioni. La domanda che apparirebbe più pertinente potrebbe riguardare solo i tempi della eventuale contrazione del PIL: prima o seconda metà di quest’anno?
Quando si ha però la pazienza di valutare anche altri misuratori, non si colgono le medesime evidenze. La figura 8 mostra, infatti, che sarebbe necessario conseguire uno spread Oas calcolato sugli High Yield (1) di circa 1.000 punti base per puntare su uno scenario recessivo; che dal chart in questione sembra che, in ipotesi, possa addirittura allontanarsi.
Di tal che la domanda sorge spontanea: vale ancora misurare la curva dei rendimenti per annunciare imminenti recessioni?
Un'ultima riflessione. Sebbene la politica monetaria globale resti ufficialmente orientata al tightening, ricordiamo che soltanto il 12% delle banche centrali di tutto il mondo ha tagliato il costo del denaro. Non solo. Le recenti dichiarazioni dei banchieri centrali (Usa, Europa, Inghilterra) hanno lasciato intendere che potremmo essere vicini alla fine dei rincari. E gli investitori in effetti sembrano credere, per il momento, alla non lontana conclusione del ciclo restrittivo. Prova ne è che i mercati dell'equity salgono spavaldamente. Compreso il listino tecnologico americano (Nasdaq 100) che si era mostrato più sofferente al rialzo dei tassi.
All the best
dott. Massimo Moschella
Professional Trader & Teacher at Cpe Trader
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(1) L'option-adjusted spread (OAS) è la misura del differenziale tra il tasso di un titolo HY e il tasso di rendimento di un titolo privo di rischio , che viene poi corretto per tenere conto di un'opzione incorporata. In genere, un analista utilizza i bond governativi per prezzare il tasso privo di rischio. Lo spread viene aggiunto al prezzo del titolo a reddito fisso per rendere il prezzo dell'obbligazione priva di rischio uguale a quello dell'obbligazione.