Pace e bene
A quanto pare, cari amici, la pace, la vera pace, quella in cui tutti cedono qualcosa, non è affatto vicina.
Putin vorrebbe trattare, a mio avviso, su qualcosa di grosso, tipo l’assetto della regione tra il Mar Baltico e il Mar Nero. L’America e l’Europa, sostenendo l’Ucraina con armi a volontà e sanzioni, vogliono fargli capire che può scordarselo, che non è Pietro il Grande. E visto che ha preteso troppo, la Nato se la troverà in Finlandia, a un tiro di schioppo dalla città di Pietro.
Per la plebe, basti sapere che si tratta di dittatura che sfida la democrazia.
Infatti in tutti i tg di tutti i canali più seguiti in Italia, è stato dedicato un buon quarto d’ora agli aggiornamenti dall’eurovision song contest e si è spiegato in 30 secondi che l’India ha bloccato l’export di grano.
A causa dei prezzi aumentati e di un’inflazione record del 8%, oltre che del caldo record con picchi di 48 gradi.
Una mossa che, i prezzi, non fa altro che spingere ancora più su. (https://it.investing.com/news/commodities-news/india-vieta-export-di-grano-prezzi-alle-stelle-2059155)
Un problema che per i paesi occidentali nell’immediato futuro sarà mitigato dalle campagne europea di giugno e canadese di settembre.
Per i paesi poveri la situazione è ben diversa e difficilmente la risolverà il fantasmagorico piano Ue che prevede di portare in treno e camion il grano ucraino dal Mar Nero in Polonia e da lì in capo al mondo tramite nave.
Che simili piani (https://www.corriere.it/economia/aziende/22_maggio_11/draghi-sbloccare-navi-grano-prima-forma-dialogo-piano-ue-l-export-agricolo-ucraino-6b67f706-d156-11ec-b465-8b7c23727ee0.shtml) vengano abbozzati è un pessimo segnale, vuol dire che tutti sono disposti a tutto.
La Russia è disposta a continuare la guerra usando tutto ciò che ha, anche a costo di creare una spaventosa carenza alimentare.
L’Occidente è disposto ad assecondare la volontà autodistruttiva di Putin. Vuole ricattare con le materie prime? Se le tenga, pagheremo di più a qualcun altro.
Per l’umanità presa in mezzo, cioè noi, il carrozzone delle sofferenze andrà avanti da sé, come cantava il noto economista Renato Zero.
Il carbone russo da agosto non verrà più importato nonostante il prezzo sia in continuo rialzo. Il gas nel giro di un paio d’anni seguirà a ruota. Per il petrolio accadrà lo stesso, estrazioni aggiuntive mitigheranno l’aumento dei prezzi che appare comunque non poi così drammatico (https://europa.today.it/fake-fact/europea-embargo-petrolio-russia.html).
Ai danni collaterali, come i 5'000 di Lukoil in Sicilia o i disperati del corno d’Africa, qualche santo provvederà.
Vi consiglio, se voleste rendervi conto della differenza fra classi politiche, di non perdere questa intervista del ministro tedesco Lindner (https://www.corriere.it/economia/finanza/22_maggio_17/lindner-meno-debito-ridurre-l-inflazione-ma-dico-no-tetto-gas-addcd892-d52d-11ec-b16f-571b4e744238.shtml).
Dice che il gas russo serve alle aziende, calmierare le bollette è dannoso per la transizione verde e che le regole di bilancio Ue andrebbero ripristinate il prima possibile.
Proprio come in Italia…