Mosca e i bombardamenti
In questo, le tattiche di Mosca sono diverse da quelle della Nato. In Kosovo e in Iraq gli stormi occidentali si sono avvicinati solo dopo avere smantellato la rete di difesa aerea. E potevano contare su una grande quantità di armi di precisione, con sistemi di guida satellitare o laser. Invece i russi usano quasi esclusivamente bombe “a caduta libera”: il 98 per cento degli ordigni scagliati sulla Siria erano di questo tipo, imprecisi e devastanti.
La lotta a quote più basse invece viene affidata soprattutto agli elicotteri e ai velivoli corazzati Sukhoi 25, che attaccano sfiorando i tetti delle case e spesso cadono vittime dei missili Stinger. Lunedì si sono visti all’opera sulla cittadina di Kryvyj Rih, il nuovo obiettivo dell’avanzata russa: una direttrice volta a chiudere in una sacca le truppe ucraine a sinistra del fiume Dnepr. A sud invece la linea del fronte è ancora ferma a Mykolaiv, il bastione che protegge Odessa dall’invasione. La resistenza di Mariupol, dove sono intrappolati 200 mila abitanti, tiene impegnate le truppe per lanciare l’offensiva sul Mar Nero.