Miseria e nobiltà
Il petrolio russo, lo dice il Financial Times, nel mese di maggio ha inondato l’Italia, con importazioni record dal 2013.
Draghi ha alzato la cornetta e chiamato Putin per parlare, come ci tiene a confermare il premier, solo di grano: di gas “Io non ho discusso, non ho risposto, non ho fatto nessuna osservazione”. “[Lui] ha detto che continuerà a fornire le forniture”.
Sarà.
Comunque sia, torna in mente la domanda della discordia.
Abbiamo capito finalmente anche la risposta.
Ed una delle poche buone notizie dell’ultimo periodo.
Anche perché il piano RePower, ossia quanto di più concreto attualmente disponibile al fine ottenere la mitica indipendenza energetica, un difetto ce l’ha.
È troppo poco. (https://www.rystadenergy.com/newsevents/news/press-releases/REPowerEU-Europes-big-budget-and-bold-energy-plan-may-fall-short-of-objectives/)
Pensiamo soltanto al capitolo “solare”: oggi l’Ue ricava da questa fonte circa 190 gigawatt e intende arrivare a 600 entro il 2030. Ne mancano più di 400. Secondo Rystad Energy, 1 megawatt richiede circa 1 milione di euro di investimento. 400 x 1’000 x 1 milione = 400 miliardi. Un capitolo del piano costerebbe 100 miliardi più di tutto il piano.
Nel frattempo, notizia fresca, l’Ue non riesce a sfondare la barricata ungherese sullo stop al petrolio.
Così sfoga la propria impotenza sugli yacht degli oligarchi, studiando un modo per servirsene come contributo alla ricostruzione ucraina (un modo, cioè, per legalizzare un furto contrario a tutti i diritti di cui la nostra società si dichiara unica depositaria). (https://europa.today.it/fake-fact/ucraina-beni-confiscati-oligarchi-russi.html)
Miseri atti ammantati di nobiltà che altro non fanno se non chiarire la totale infondatezza della strategia di impedire a Putin di fare la guerra tramite sfinimento economico.
È stata resa palese a Putin l’inviolabilità di Kiev, come lo scacco economico che significherebbe la riesumazione di un impero. La Nato guadagnerà due nuovi potenti membri. L’unità europea è al suo massimo, non reggerà per molto ancora.
Basta!
Si smetta di dire a Putin “guarda che se non la pianti ti sanzioniamo di più”.
Proviamo con “se interrompi l’invasione ti sanzioniamo di meno”.
Cosa ci trattiene, le pretese di BoJo? (https://www.corriere.it/economia/finanza/22_maggio_26/piano-segreto-boris-johnson-dividere-l-ucraina-russia-ue-commonwealth-europeo-02d3b232-dc6b-11ec-b480-f783b433fe60.shtml)
Cosa vogliamo ancora, riconquistare le macerie di Lughansk?