La chiamavano Trinità...
L’economia, la politica, le prossime elezioni e l’Europa.
Ieri sera, cari amici, il tg di Canale 5 ha aperto con un breve reportage dalla Grecia perché, dopo 11 anni dalla crisi del debito, ha ottenuto una specie di “libertà vigilata“ riguardo le proprie politiche finanziarie.
Ricorderete immagino.
La vicenda fu quasi di tipo religioso.
La Grecia, per via di alcuni peccati aveva accumulato un pazzesco debito pubblico, quasi il 200% del Pil.
Il premier Papandreou li confessò.
A mo’ della “Santa Trinità”, intervenne la “Trojka”.
Perdonò il moribondo paese e gli impose il segno della croce, previa accettazione di alcune penitenze.
Il nuovo premier, Tsipras, le accettò: meglio umiliati dentro la “Chiesa/UE” che a testa alta fuori.
Gran batosta. Pil caduto del 25%, spesa pubblica del 34%, pensioni del 14% e disoccupazione al 28%.
E allora, direte?
Allora questa Chiesa funziona in modo molto strano, sembrano esserci fedeli di serie a e di serie b.
Pensate che una importante motivazione che spinse BCE, UE e FMI a salvare la derelitta Grecia, fu il pericolo del “contagio”: Germania, Francia e Italia erano i primi tre creditori del paese.
Fu forse quella decisiva. Pensate se questo aspetto non fosse esistito: da una parte la Ue, dall’altra un paese alla canna del gas, senza futuro a causa di scelte politiche di un certo tipo che chiede di essere protetto dall’Euro e di poter partecipare ad un mercato di 500 milioni di persone.
Cosa mai avrebbe potuto offrire la Grecia in cambio della salvezza se non le proprie spoglie?
La Ue avrebbe avuto tutto da perdere e nulla da guadagnare, al contrario della Grecia.
E infatti, come si evince dai numeri sopra, fu una salvezza carissima.
Torniamo all’oggi.
A causa di scelte politiche consapevoli intraprese dai pastori della Chiesa, le pecorelle smarrite (guarda caso, noi) rischiano un inverno di traumatica recessione economica.
Siccome stavolta a rischiare di brutto è il fedele teutonico, nessuna “Trojka” è stata interpellata e la Commissione Ue a guida Von der Leyen ha presentato un bel piano di risparmio gas cui tutti gli altri fedeli dovranno aderire, in modo da poter immagazzinare scorte da spedire, eventualmente, a Berlino.
E lo credo bene, la Grecia è un mattoncino della Chiesa, la Germania è la Chiesa. È la serie a.
Cosa c’entra tutto ciò con le elezioni politiche italiane del 25 settembre?
Beh, tra le opzioni che ci si presentano al voto abbiamo:
1) il centrosinistra del Pd, che in questi anni ha contribuito alla regolamentazione della Chiesa, 2) il centro, che sa solo dire “Draghi” e che non vede un palmo oltre queste regole, 3) il centrodestra di Lega/FI (assimilabili al Pd) e FdI, che in Ue, appartenendo al gruppo dei conservatori e riformisti, non incide più di tanto.
Quel che voglio dire è che questo voto è importante, è importante spenderlo perché possa fruttare un cambiamento delle regole che governano la Chiesa di cui siamo parte.
Una Chiesa della cui forza necessitiamo per poter vivere nel difficile mondo di oggi.
Vi lascio con una frase di un grande economista, Joseph Ratzinger:
“La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo”.
Io, come molti credo, la speranza nel futuro dell’Europa la nutro ancora ed in essa ho ancora fede.
Ci vuole una Chiesa che sia una vera Chiesa però.