La canestra
Si era ottenuto molto, già ai primi di maggio.
Kiev, il governo ucraino, il concetto stesso di Ucraina e probabilmente molte vite ucraine, erano al sicuro.
A Putin era stata spuntata l’arma degli idrocarburi: alla Ue non li avrebbe più venduti.
La Nato, definita da Macron come morente, era tornata attrattiva. Come prima.
La Ue, bersaglio del populismo da strapazzo, era unita in nome della libertà. Come mai.
L’estate sarebbe stata la stagione giusta per cogliere tutti questi frutti e di usarli per favorire la pace. In nome della solidarietà agli ucraini, al concetto di Ucraina e non in favore della declinazione di questo in una determinata forma di Ucraina, con un determinato governo.
Sarebbe stato tempo di meno sanzioni e meno armi.
Ma è stato fatto l’opposto.
Ed eccoci qui, ecco l’autunno.
Molti ucraini ci hanno rimesso la pelle.
Gazprom vanta ricavi record. Comunque, va detto, la Russia dovrà vendere gas e petrolio a Cina e India.
La Nato è più potente, ha guadagnato alleati. E nemici.
La Ue merita più di una riga.
Soluzioni comuni al problema energetico (tetto al prezzo del gas), non se ne intravedono.
La Spagna ha introdotto un cap nazionale, come la Francia impedirà aumenti delle bollette oltre il 15% e come la Germania ha annunciato uno “scudo” contro i rincari di 200 miliardi. Francia e Germania si scambieranno gas ed elettricità. Volkswagen valuta delocalizzazioni in Spagna e Portogallo. L’Olanda scoppia di salute.
Insomma, l’unità della Ue sta naufragando.
E per un singolo Stato fortemente indebitato a forma di stivale è una notizia pessima.
Se prendessimo decisioni simili a quella tedesca, gli interessi da pagare sul nostro debito esploderebbero e divorerebbero in un baleno qualsiasi stanziamento. Gli aiuti andrebbero a tutti senza discrimine. I prezzi calmierati spingerebbero il consumo e la domanda di una fonte energetica costosa, inquinante e che dovrebbe essere sostituita in un futuro non così lontano.
Per di più, le cose sembrano essere ad un punto di non ritorno.
Se veramente i russi avessero deliberatamente fatto saltare i tubi di Nord Stream 1 vorrebbe dire che Putin è disposto a tutto e che la Nato dorme, perché il mar Baltico è ormai un lago della Nato: come diavolo avrebbe potuto non accorgersi che i russi posizionavano delle cariche esplosive sul tubo del gas?
Ma queste sono ipotesi, la certezza è un gigantesco danno ambientale.
Lo stesso delle emissioni annuali di 20 milioni di automobili nell’Unione europea!
Poi noi facciamo le domeniche a piedi, non facciamo più le auto a benzina, non facciamo più circolare in città gli Euro4,5,6,7…
Tempi bui ci attendono e chi si aspetta un finale propositivo è fuori strada.
Un consiglio ve lo voglio dare tuttavia.
Osservate questa frutta ritratta da Caravaggio per il cardinale Borromeo.
Sembra bella, l’uva pare fresca, succosa. Ma la mela, sta marcendo inesorabilmente.
Sembra la situazione ucraina. C’erano dei frutti da raccogliere in primavera. Sembravano sempre più buoni con il trascorrere dell’estate. Si è atteso l’autunno e tutto è appassito.