L'SP500 fuori dal trading range
L'ultima seduta di contrattazione sul future dell'SP500 si è chiusa in deciso ribasso facendo registrare una escursione di prezzi massimo-minimo di 129 punti, con un incremento del 40% rispetto alla media di oscillazione calcolata a 5 giorni.
La prevalenza delle vendite ha determinato la perentoria rottura della fase laterale che si stava sviluppando dal 30 maggio scorso e che conteneva l'andamento dell'indice tra la resistenza a 4181 ed il supporto a 4072 punti.
Con la chiusura ieri a 4016 gli operatori hanno dichiarato quelli che saranno i futuri sviluppi del mercato.
A tal proposito non resta che individuare i possibili target che potranno essere raggiunti. Funzionale a tale scopo è la proiezione al ribasso dell'ampiezza del box infranto ieri che segnala un primo punto di arrivo in area 3962; più in basso, un'altra area degna di attenzione è quella dei 3852 (si ottiene raddoppiando l'ampiezza del trading range) ed infine il livello dei 3747 punti (tre volte la proiezione del box). Da notare che quest'ultimo livello è solo 23 punti più sotto quello che corrisponde al 38.2% di ritracciamento di Fibonacci, collocato a 3770, dell'intero up trend partito a marzo 2020 e che ha fatto segnare il massimo assoluto lo scorso 4 gennaio.
Per la seduta odierna che prenderà il via tra qualche ora, il ritorno dei prezzi verso il vecchio supporto dei 4072 fornirà un'occasione di vendita "garantita" da uno stop loss piuttosto contenuto.
Solo il ritorno dei corsi all'interno del canale, al momento poco probabile, annullerà il segnale ribassista rimettendo in discussione la possibile evoluzione del mercato.