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Saverio Berlinzani
Saverio Berlinzani
19 febbraio 2023 15:49 • 1 mese
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IL DOLLARO NON SFONDA, PER ORA.
Da alcune settimane ormai, andiamo ripetendo che nei mercati, sono presenti interpretazioni differenti relativamente ai temi attualmente dominanti, ovvero, inflazione, dati sul mercato del lavoro, e prospettive relative alle politiche monetarie. Da una parte la maggior parte, tra analisti e investitori, ritiene che nel giro di poche settimane le banche centrali termineranno il ciclo di rialzo dei tassi di sconto, arrivando di fatto al pivot del costo del denaro. Ciò è considerato positivo, perché significa che, nonostante il rallentamento in atto sul piano macro, la discesa e l’atterraggio delle varie economie parrebbe controllato e non si arriverebbe al tanto temuto hard landing che comprometterebbe tutto il lavoro di controllo dell’inflazione messo in atto fino ad oggi dalle autorità monetarie di mezzo mondo. Dall’altra parte invece, vi sono le banche centrali, i cui rappresentanti ancora predicano prudenza e continuano a reiterare la necessità di rialzare il costo del denaro, specie negli Stati Uniti, dove i dati macro continuano ad evidenziare una economia resiliente, tale da costringere le autorità monetarie a raffreddare più di quanto non abbiano già fatto, attraverso il rialzo dei tassi, la congiuntura. Questa incertezza e soprattutto interpretazione differente che viene data, porta le price action ad essere bilaterali e volatili, Da un lato la paura del crollo delle borse, dall’altra un ottimismo e propensione al rischio che invece continuano a sostenere i mercati. L’azionario resta tutto sommato in fase di accumulazione su base giornaliera, con i listini americani che hanno recentemente costruito minimi crescenti e massimi crescenti dopo che per buona parte del 2022 erano scesi, correggendo solo dal mese di ottobre 2022 in poi, e iniziando a creare le condizioni per una correzione/inversione. Sull’obbligazionario si continua a notare una tenuta dei rendimenti, specie quelli americani, intorno al 3.8%, segnale che non siamo ancora alla fine del ciclo di rialzo. I rendimenti dei treasuries a 10 e 2 anni sono saliti ai livelli di Novembre scorso. Inoltre gli ultimi dati americani sui prezzi alla produzione hanno raggiunto i massimi da 7 mesi a questa parte, supportando ulteriori aumenti del costo del denaro. Sui cambi, si alternano giornate a favore del biglietto verde, e giornate contro, dopo 4 5 mesi di discesa della valuta statunitense compresa tra il 12 e il 17 per cento contro le divise concorrenti. Ma tutte le volte che il dollaro sale in contemporanea al ribasso dei mercati azionari, in questi ultimi giorni, poi c’è qualcosa che ne ferma la corsa, e il dollaro ricomincia lentamente a scendere, così come accade all’inverso con le borse, che quando scendono, sembrano sempre ottime occasioni di acquisto. Insomma, nonostante i banchieri centrali predichino prudenza e forse desiderino in cuor loro una correzione dei prezzi dei vari asset finanziari, il mercato resta in appetito al rischio e pare voler trovare gli spunti per tornare a muoversi in positivo. La settimana appena cominciata non è scevra di dati e notizie che potrebbero spostare nuovamente gli equilibri, e tra questi segnaliamo le minute della Fed martedì, mentre mercoledì sarà la volta del Price consumer expenditure, ovvero l’indicatore relativo all’inflazione preferito dai funzionari della banca centrale Usa per avere un riscontro preciso sull’indice dei prezzi. Poi troviamo anche interesse nei dati di venerdì su spese e redditi personali statunitensi. Infine segnaliamo tutta una serie di dati rilevanti non solo negli Usa, ma anche in Eurozona, con l’inflazione e il Pil tedesco, unitamente alle aspettative di inflazione per l’Unione Europea. Tanta carne al fuoco per vivere un’altra settimana intensa, che ci avvicinerà al redde rationem ovvero al giorno in cui capiremo finalmente chi avrà avuto ragione, investitori o banchieri centrali ? Sui cambi crediamo che la discesa del dollaro non sia ancora finita, nonostante le correzioni in atto, pertanto cerchiamo livelli di vendita di divisa Usa. In questo la pensiamo con gli investitori che ritengono che il pivot dei tassi non sia così lontano. Buona settimana e buon trading.

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