I primi due salvagenti Cdp
L'orientamento di Mario Draghi che viene emerso nel piano strategico della Cdp di Dario Scannapieco, come pure nei regolamenti del fondo al via è tuttavia di limitare l’interventismo nell’economia privata. E anche Patrimonio Rilancio, che doveva cubare 40 miliardi, finora ha avuto apporti di titoli del Tesoro per 3 miliardi, e si prevede una capienza frazionale rispetto all’idea iniziale.
Il primo dossier è paradigmatico. Intanto non è «di mercato», ma sfrutta la cornice temporanea che deroga agli aiuti di Stato, estesa fino a giugno 2022.
Riguarda Psc, società di impiantistica con ambizioni grandi almeno quanto i debiti: dal bilancio 2020 - in rosso per 98 milioni dopo ricavi per 256 milioni (-22%) - ammontano a 1,17 miliardi. Anche tolti gli 800 milioni di «acconti per commesse non ancora completate», i debiti superano i ricavi.
Il gruppo della famiglia Pesce nell’agosto 2020 ebbe già un primo supporto pubblico: un prestito bancario da 75 milioni con garanzia pubblica di Sace al 90%. Presto arriveranno 39,5 milioni del fondo gestito da Cdp, in forma di prestito convertibile. La richiesta originaria di Psc, a inizio 2021, era per quasi il doppio: ma i vincoli, molto stringenti perché inscritti nella cornice europea sugli aiuti di Stato, hanno limitato l’impegno del fondo.