Fed e BCE divisi
Strategie diverse sui tassi, ma con lo stesso problema: l'inflazione.
Il focus della bce è comunque essere quella di considerare che sarà la stessa inflazione a calmierare un po' la domanda (e quindi a calmierare i prezzi) convertendo in rimedio rispetto al male. In quest'ottica, intervenire sui tassi sarebbe imprudente e intempestivo, almeno fino a quando l'inflazione non si convertirà alle aspettative dei consumatori e soprattutto al mercato del lavoro. "L'inflazione diventa strutturale quando arriva a toccare le dinamiche del mercato del lavoro, ma tutti questi effetti non li vedremo prima del ’22-’23".
Per la Fed invece il mandato è più incentrato sul controllo dei prezzi e sulla piena occupazione. Con un accorgimento costante all'andamento dell'economia e un altro ai mercati finanziari (tema cui la Fed è molto sensibile). Un altro fattore da prendere in considerazione, a novembre prossimo ci saranno le elezione di medio termine e di sicuro Biden vuole lucidare l'argenteria in vista del voto. La tesa e dura questione sarà quindi quella di non gelare la crescita: la pandemia continua a non cessare e i prezzi riflettono il tutto in alcuni sottostanti come lo si è visto sul prezzo del petrolio: non ha reagito alle vendite di scorte da parte degli Usa, mentre è sceso ogni volta che si diffondono notizie allarmanti sul virus (temendo il rallentamento economico).