Economia di pace
Questo in foto è Hjalmar Schacht, il “dittatore economico” della Germania nazista, tra il ’33 ed il ’39 fu ministro per l’economia e presidente della banca centrale del Reich.
Il sistema economico “globalizzato” dei ruggenti anni ’20 era stato prepotentemente mandato gambe all’aria dalle decisioni di Uk e Usa. Gli inglesi sganciarono la sterlina dal “gold standard” e i cugini d’oltreoceano crearono un gigantesco apparato di protezione della propria economia.
La Germania è con le spalle al muro.
I colossi industriali non possono produrre quanto vorrebbero perché le materie prime non ci sono e per acquistarle bisogna contrarre nuovo debito.
Chi riesce a produrre non può vendere, gli Usa non importano e il Regno Unito rivende i suoi prodotti all’interno del Commonwealth.
L’idea di Schacht è semplice: accordi bilaterali con paesi poco sviluppati e ricchi di materie prime. Manifatture tedesche vendute a prezzi scontati in cambio di materie prime utili a produrre nuove manifatture.
Leggendo dei viaggi orientali compiuti recentemente dal potente ministro russo Lavrov, mi sono tornate in mente le vicende del periodo “schachtiano”.
Perché questa guerra sciagurata sta riproponendo le stesse dinamiche degli anni ’30, al diavolo il multilateralismo liberoscambista, nuovi accordi bilaterali che tendono a creare blocchi ermetici, noi di qua e voi di là.
Lavrov ha definito con l’India un accordo simile a quelli che concludeva Schacht, petrolio a prezzo di saldo andrà a fare da carburante per la potente macchina industriale indiana che vanta un pil quasi due volte quello russo e cresciuto del 8% nel 2021 (recuperato il -7% del 2020).
Nel frattempo, ci informa Federico Fubini del “Corriere della Sera”, gli Usa sembrano disposti a tutto pur di far abbassare i prezzi di mercato del petrolio: rimuovere le sanzioni all’Iran (che però continua a chiedere di più) e al Venezuela di Maduro. Paesi non proprio democratici, ma tant’è.
Intendiamoci, vedo l’economia come mezzo utile alla mitigazione delle sofferenze umane, come Keynes più o meno.
Le decisioni che gli Usa (e di riflesso l’Ue) stanno prendendo mirano a indebolire la Russia per ottenere la pace, solo un pazzo potrebbe metterlo in dubbio.
Ma 80 anni fa determinate scelte ebbero determinate conseguenze, cioè una guerra immane.
Attenzione a non ottenere il male ricercando il bene insomma.
https://www.corriere.it/economia/consumi/22_aprile_02/ora-l-occidente-bussa-all-iran-cosi-cambia-diplomazia-petrolio-86220004-b2bc-11ec-8273-0ad59adb9bd4.shtml