Con un'inflazione Ue nell'ultimo mese ha toccato nuovi massimi, un altro cambio di narrativa è offerto dal movimento dei rendimenti reali, come sottolinea ad Investing.com Guido Gennaccari, noto trader e fondatore di Trading Room Roma. “Lo spread si muove nel range 240-250 bp con il rendimento del btp al 4% e l’inflazione al 7%, quindi con rendimenti reali negativi al -3%. Facendo un confronto con il 2011 lo spread era a 570 bp, il rendimento dei btp al 7,2% e l'inflazione al 3,7%, quindi con rendimenti reali positivi di 3,5%. Ecco, la differenza tra il 2011 ed oggi sta in questi 6,5% punti di rendimento reale che sono dovuti all’eccezionale espansione del bilancio della Bce".
"Sarà possibile attuare una politica monetaria restrittiva senza entrare in recessione o stagflazione?", chiede l'esperto, "dipende anche dalle politiche fiscali dei singoli stati e dell’Unione Europea, anche se i vincoli di bilancio sono compressi dagli alti debiti pubblici e lo spazio di manovra sembra ridotto".
"Oggi intanto potremo forse assistere alla discesa di un btp (a 30 anni cedola 1,7) sotto i 50 euro: da quanto non accadeva? Sicuramente i titoli di stato italiani saranno un occasione di acquisto, per il lungo periodo, quando l’equity avrà raggiunto un bottom e successivamente i tassi di interesse un top prima di tonare a politiche monetarie espansive”, aggiunge Gennaccari.
Btp e spread non si fidano più di Lagarde, e i rendimenti tornano al 2013 Da Investing.com
Btp e spread non si fidano più di Lagarde, e i rendimenti tornano al 2013
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