Con il covid c’è stato un salto della produttività del capitale (settore costruzioni) ma non del lavoro, mentre sono accelerati la spesa per consumi e la domanda estera netta. Con il PNRR è balzata all’insù la quota di investimenti fissi lordi nel 2021 sulla scia del trend pre pandemia. Considerando che il rapporto debito/pil dell’Italia è sceso da metà degli anni 90 fino al 2007, è chiaro che il “debito buono” è quello che:
1) Sterilizza l’effetto di deflazione dei salari dovuto alla rinuncia delle politiche monetarie (tasso e cambio) con l’ingresso nell’euro.
2) Il pil abbia una componente a spinta maggioritaria da consumi e investimenti (nero e verde) e non da saldo commerciale e variazione delle scorte.
3) La produttività deve tornare a premiare di più il lavoro (come negli anni ’90) rispetto al capitale, come nel 2021-2022.
Italia: Produttività è domanda interna (pil)
I dati Istat usciti oggi sono chiari: in Italia c’è un’alta correlazione tra produttività e domanda nazionale, fattore fondamentale per il pil. Il problema principale è che, essendo decrescente la produttività del lavoro (che si riflette nei salari fermi al palo da 30 anni), anche la domanda interna
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