5 "TIPS" PER AFFRONTARE LA GIORNATA ODIERNA
1. Acredine nei confronti della Cina
Gli investitori un tempo allettati dai succosi rendimenti e dalle grandi aziende tecnologiche cinesi ora dicono che le ragioni per evitare il Paese sono superiori agli incentivi all'acquisto. Si va dalle imprevedibili campagne di regolamentazione ai danni economici causati dalle rigide politiche di Covid, ai rischi derivanti da un mercato immobiliare traballante e persino all'amicizia del presidente Xi Jinping con il russo Vladimir Putin. I funzionari cinesi sembrano consapevoli della necessità di sostenere la crescita: il governatore della banca centrale ha dichiarato che l'autorità monetaria intensificherà l'attuazione di una politica monetaria prudente per sostenere maggiormente l'economia. I funzionari, nel frattempo, stanno censurando i documenti diffusi dalla folla che documentano un crescente boicottaggio dei mutui che sta aggravando la crisi del settore immobiliare.
2. Il "loop" del dollaro
Il guadagno del dollaro è il dolore del mondo - e in base alla sua attuale traiettoria, il mondo potrebbe essere destinato a un ulteriore disagio. Le preoccupazioni per la crescita globale hanno recentemente portato il Bloomberg Dollar Spot Index al livello più alto mai registrato, con il biglietto verde che ha toccato i massimi di molti decenni rispetto a valute come l'euro e lo yen. Il movimento rischia di diventare un ciclo di feedback auto-rinforzante, dato che la stragrande maggioranza del commercio transfrontaliero è ancora denominata in dollari e una valuta statunitense più forte si è storicamente tradotta in un ampio colpo per l'economia mondiale. Il dollaro è tornato a scendere venerdì, un ripiegamento a breve termine che potrebbe stabilizzare le azioni asiatiche lunedì.
3. Speranza per il petrolio
Un inviato degli Stati Uniti per l'energia si è detto fiducioso che i produttori del Golfo aumenteranno la produzione di petrolio dopo la visita del Presidente Joe Biden in Arabia Saudita, dove ha incontrato i leader regionali. Il consigliere senior del Dipartimento di Stato per la sicurezza energetica ha citato anche i produttori di petrolio del Golfo, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti. I funzionari sauditi hanno sottolineato che qualsiasi decisione di pompare di più sarebbe stata presa all'interno dell'OPEC+, che terrà una riunione chiave il 3 agosto. Il petrolio è tornato sotto i 100 dollari al barile, annullando gran parte dell'impennata innescata dalla guerra della Russia in Ucraina, che ha messo in crisi le catene di approvvigionamento delle materie prime.
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