Affonda in Borsa TIM
La società: "Nessun negoziato su rete o asset"
Nessuna decisione è uscita nella riunione fiume del cda straordinario di Tim di ieri. Ma l'amministratore delegato Luigi Gubitosi resta in bivio a causa del costo troppo alto dei diritti del calcio nell'accordo con Dazn (340 milioni all'anno per tre anni) che non ha portato i risultati stimati a livello di abbonamenti, e della mancata riuscita del progetto rete unica con Open Fiber.
La ottima notizia di questi giorni è stato il da parte dell'Antitrust Ue alla cessione del 50% di Open Fiber al fondo australiano Macquarie (40%) e a Cdp che, ottenendo un ulteriore 10%, è diventato l'azionista di riferimento della società della rete in fibra. Per quanto concerne Telecom, che ha il 10%. Da qui potrebbero riprendere le consultazioni per la rete unica con Tim. Ed è proprio su questo fatto che Vivendi (primo socio di Tim) vuole pesare di più e con molta probabilità è poco propensa a cedere il controllo della rete come era trapelato nei giorni scorsi. Del resto quando Arnauld de Puyfontiane, ad di Vivendi e luogotenente del patron Vincent Bollorè, era presidente di Tim l'ipotesi di cessione del controllo è sempre stata messa da parte.