WTO: la crisi energetica causerà un rallentamento nella crescita del commercio globale
Secondo quanto riportato nel suo ultimo report, Il World Trade Organization, l'Organizzazione mondiale del commercio, ritiene che la crescita del commercio globale stia perdendo slancio. Questa situazione potrebbe protrarsi più a lungo del previsto a causa dei molteplici problemi sia a livello geopolitico che economico, sottolineando che questo potrebbe essere un ulteriore fatto negativo per la domanda di petrolio e alimentare ulteriormente i venti di recessione.
In ogni caso al momento i volumi del commercio mondiale di merci sembrano essersi ripresi dal post pandemia, poichè sono aumentati del 3,5% quest'anno, dato che risulta essere migliore del precedente 3% rilasciato in aprile. Tuttavia il problema si presenterà probabilmente il prossimo anno: gli economisti dell'OMC si aspettano infatti che i volumi del commercio mondiale aumenteranno solo dell'1,0%, in netto calo rispetto alla precedente stima della stessa Organizzazione Mondiale del Commercio che aveva previsto invece una crescita del 3,4%.
Secondo l'OMC, il ciclo economico e quindi la domanda di beni importati, è destinata a indebolirsi a causa del rallentamento delle principali economie, sebbene il rallentamento sia dovuto a ragioni diverse per ogni singola economia. In particolare la Zona Europea, sta vacillando a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia, che stanno comprimendo la spesa delle famiglie e aumentando i costi di produzione, che a loro volta creano un aumento dell'inflazione. Un circolo vizioso insomma.
La crisi energetica sta già spingendo la Germania, la più grande economia europea, in una recessione, che si aggraverà nel momento in cui si entrera nel pieno dei mesi invernali a causa della crisi energetica e del gas naturale in corso, ha affermato la Bundesbank, la banca centrale tedesca, nel suo rapporto mensile di settembre. La Germania si è anche mossa il mese scorso per nazionalizzare il suo più grande importatore di gas, Uniper, per prevenire il fallimento dei fornitori tedeschi di energia e gas. In tutta Europa, le industrie sono state costrette a frenare o chiudere la produzione a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia.
Negli Stati Uniti, gli aggressivi rialzi dei tassi della Fed colpiranno la spesa sensibile agli interessi in settori come l'edilizia abitativa, i veicoli a motore e gli investimenti fissi. In Cina, la politica zero-Covid e la debole domanda esterna sono sfide per l'economia, ha affermato l'OMC.
“Le principali banche centrali stanno già alzando i tassi di interesse nel tentativo di domare l'inflazione, ma il superamento dell'inasprimento potrebbe innescare recessioni in alcuni paesi, che peserebbe sulle importazioni. In alternativa, le banche centrali potrebbero non fare abbastanza per ridurre l'inflazione, rendendo eventualmente necessari interventi più forti in futuro", ha concluso l'organizzazione commerciale.