La volatilità delle criptovalute è scomparsa.
Nell'ultimo mese i prezzi di molti dei principali asset crittografici sono rimasti in un range sempre più ristretto. Dal 15 settembre Bitcoin ha oscillato all'interno di un range di $2.350 che sembra ridursi nel tempo. Ethereum la seconda criptovaluta ha mostrato un calo simile della volatilità, rimbalzando tra i livelli di $1.400 e $1.200 nell'ultimo mese.
Secondo il Crypto Volatility Index (CVI), i movimenti dei prezzi sono i più bassi dal 7 maggio e attualmente mostra una lettura di 65,99, non lontano dal minimo storico di 50,41 della metrica, fissato il 31 marzo 2019.
L'effetto è così pronunciato che Bitcoin è diventato meno volatile rispetto ad alcuni indici azionari tradizionali. Ad esempio nell'ultimo mese Bitcoin è stato scambiato all'interno di un intervallo del 9,4%, in contrasto con l'intervallo del 10,35% del NASDAQ100. Inoltre la volatilità azionaria, misurata dall'indice di volatilità S&P, ha recentemente registrato un nuovo massimo storico contro l'indice di volatilità storica del Bitcoin, evidenziando l'entità del calo della volatilità del principale asset crittografico.
Ci sono diversi motivi per cui la volatilità delle criptovalute è crollata. Il fattore che contribuisce maggiormente è la mancanza di volume di scambio dei mercati delle criptovalute. Secondo i dati, il volume totale degli scambi in USD ha raggiunto un minimo medio in 30 giorni di $ 143,5 milioni, il livello più basso da novembre 2020. Quando ci sono meno acquisti e vendite di Bitcoin, spesso si traduce in movimenti di prezzo più contenuti.
Tuttavia è probabile che anche fattori macroeconomici più ampi abbiano un ruolo nella relativa stabilità dei prezzi di Bitcoin. L'incertezza sui mercati globali ha continuato a pesare sulle azioni tradizionali. Il regime di inasprimento monetario della Federal Reserve, volto a ridurre l'inflazione, ha preoccupato molti partecipanti al mercato per i danni a lungo termine che tali azioni potrebbero avere sul sistema finanziario. I rendimenti dei buoni del Tesoro statunitensi sono aumentati vertiginosamente nelle ultime settimane, segnalando una mancanza di fiducia nella capacità del governo di ripagare i propri debiti.
Poiché Bitcoin e altre criptovalute non sono direttamente collegate al sistema finanziario tradizionale, potrebbero non avere subìto i problemi che affliggono altri asset finanziari, come azioni e obbligazioni. Inoltre dal momento che il crollo delle criptovalute di giugno ha costretto molti grandi detentori ad uscire dal mercato, coloro che ancora detengono criptovalute probabilmente non hanno alcuna propensione a vendere a breve. Sebbene questi fattori spiegano la mancanza di venditori, possono anche avere un impatto sui potenziali acquirenti. Le cupe prospettive macroeconomiche indurranno coloro che vogliono acquistare, ad attendere pazientemente un segno che il peggio sia passato.