VARIAZIONE DISOCCUPAZIONE IN GERMANIA TIENE BOTTA MA PIEGA IL DAX (aggiornato al 30.09.2022)
Il tasso di disoccupazione destagionalizzato in Germania è rimasto invariato al 5,5% nel settembre 2022, rimanendo al livello più alto da un anno a questa parte e corrispondendo alle aspettative del mercato (v. chart 1).
Le previsioni elaborate dagli esperti puntano però verso un peggioramento della situazione occupazionale da qui alla prossima estate (v. chart 2).
Complessivamente il numero di disoccupati è aumentato di 14.000 unità, per il quarto mese consecutivo, raggiungendo i 2,510 milioni, specialmente a causa del continuo ingresso dei rifugiati ucraini nel sistema (v. chart 3).
Ciò non ha impedito al capo dell'ufficio del lavoro Andrea Nahles di dichiarare: "Il mercato del lavoro rimane complessivamente stabile nonostante l'aumento dei prezzi e le preoccupazioni per la carenza di energia". I tassi di disoccupazione più alti sono stati registrati a Brema (10,5%) e Berlino (8,9%) e quelli più bassi a Bayern (3,3%) e Baden-Württem-berg (3,7%). Evidentemente le preoccupazioni sono solo di chi scrive.
Ricordiamo che l'inflazione dei prezzi al consumo in Germania è balzata al 10% su base annua a settembre 2022, il valore più alto mai registrato e ben al di sopra delle aspettative del mercato del 9,4%, secondo una stima preliminare (chart 3 bis).
Il PMI manifatturiero S&P Global Flash Germany è sceso a 48,3 nel settembre del 2022 da 49,1 in agosto, indicando un terzo mese consecutivo di calo dell'attività di fabbrica e il peggiore dal giugno del 2020, secondo le stime preliminari. I dati corrispondono alle previsioni del mercato di 48,3. La produzione è diminuita per il quarto mese consecutivo, anche se il tasso di contrazione è sceso al livello più basso da giugno, grazie ad alcune segnalazioni di miglioramento dell'offerta di materie prime. Sul fronte dei prezzi, i prezzi dei fattori produttivi sono aumentati più rapidamente, ma sono rimasti lontani dal picco del 2021, e anche il tasso di inflazione dei prezzi di fabbrica è rimasto invariato. Allo stesso tempo, i ritardi nella ricezione dei fattori produttivi sono scesi al minimo degli ultimi due anni. Nel frattempo, è stata segnalata una maggiore esitazione da parte dei clienti a causa della crescente pressione sui bilanci familiari e della continua incertezza sulle prospettive (v. chart 4).
Il PMI dei servizi di S&P Global Germany è sceso a 45,4 nel settembre 2022 da 47,7 nel mese precedente, mancando le aspettative del mercato di 47,2 e segnalando il più forte calo da 28 mesi. Il calo delle nuove attività è stato il più rapido da maggio 2020. Sul fronte dei prezzi, i costi dei fattori produttivi delle imprese hanno subito un'accelerazione per la prima volta in cinque mesi e a un ritmo tra i più rapidi mai registrati nella storia della serie. Di conseguenza, i fornitori di servizi hanno aumentato più rapidamente i propri prezzi, provocando una nuova accelerazione del tasso di inflazione dei costi complessivi di beni e servizi, che ha raggiunto il valore più alto degli ultimi tre mesi. Infine, le imprese di servizi hanno perso fiducia nell'attività futura (v. chart 5).
L'indicatore Ifo Business Climate per la Germania è sceso a 84,3 nel settembre 2022, il livello più basso dall'indomani dello shock pandemico COVID-19 nel maggio 2020 e ben al di sotto del consenso di mercato di 87,0 (v. chart 6).
Le aspettative per i prossimi mesi sono state significativamente più pessimistiche (75,2 contro 80,5 in agosto), guidate da aspettative da record nel settore del commercio al dettaglio, nonché dalle valutazioni delle aziende sulla loro situazione attuale (94,5 contro 97,5). L'umore si è inasprito in tutti i settori, con le industrie ad alta intensità energetica particolarmente pessimiste sui prossimi mesi e quasi due terzi delle aziende preoccupate per le difficoltà di approvvigionamento. A livello settoriale, il sentimento è peggiorato tra i produttori (-14,2 contro -6,8), i fornitori di servizi (-8,9 contro 1,4), i commercianti (-32,3 contro -25,8) e i costruttori (-21,6 contro -14,8).
L’indice azionario tedesco già a metà dello scorso anno aveva cominciato a fornire segnali premonitori del ribasso a cui abbiamo assistito nell'anno in corso. Dodici mesi, infatti, il DAX sollecitava la parete superiore del canale rialzista entro cui si è mosso negli ultimi 14 anni. Dopo una prolungata esitazione, si è verificata la svolta verso il basso annunciata da plurimi patterns (ne demmo notizia sin da gennaio sui canali di Volumetrica). Il ribasso ora promette di raggiungere la parete inferiore di quel canale che si colloca, con buona approssimazione, nell'area 11500-11100; dipenderà dalla velocità con cui il prezzo riuscirà a sgonfiarsi (v. chart 7).
Al momento la ma100 mensile offre un buon supporto; ma l'Rsi, pure prossimo alla classica area di ipervenduto, SEMBRA poter pagare ancora dazio (v. chart 8).
Ciò non esclude il più classico dei rimbalzi (il Macd sta crescendo silenziosamente sul daily) che, didatticamente parlando, potrebbe essere cavalcato con estrema prudenza solo al superamento dei 12845 con target 13000-13100 e poi, se se se, 13250. La ma200 daily passa solo in area 14000.
Campa cavallo...(v. chart 9).
All the best
dott. Massimo Moschella
Professional Trader & Teacher at Cpe Trader
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