USA: IL LIVELLO DELL'INFLAZIONE DI SETTEMBRE MOSTRA LIEVI MIGLIORAMENTI.
Il tasso d'inflazione annuale negli Stati Uniti è rallentato per il terzo mese consecutivo, attestandosi all'8,2% nel settembre del 2022, il valore più basso degli ultimi sette mesi, rispetto all'8,3% di agosto ma al di sopra delle previsioni del mercato dell'8,1% (v. chart 1).
Le aspettative per i prossimi mesi, tuttavia, a noi non sembrano così malvagie: saremmo pronti a scommettere in una progressiva riduzione dell'inflazione a partire da fine anno (v. chart 2).
In dettaglio, l'indice energetico è aumentato del 19,8%, rispetto al 23,8% di agosto, a causa della benzina (18,2% contro 25,6%), dell'olio combustibile (58,1% contro 68,8%) e dell'elettricità (15,5% contro 15,8%, il valore più alto dal 1981). Un piccolo rallentamento è stato registrato anche nel costo dei generi alimentari (11,2% vs 11,4%, il più alto dal 1979) e delle auto e dei camion usati (7,2% vs 7,8%). D'altro canto, i prezzi degli alloggi sono aumentati più rapidamente (6,6% contro 6,2%, v. chart 3).
Nel contempo, va notato pure che il tasso core, che esclude la volatilità di cibo ed energia, è salito al 6,6%, il più alto dall'agosto del 1982, e al di sopra delle aspettative del mercato del 6,5%, segno che le pressioni inflazionistiche rimangono elevate (v. chart 4).
E pur tuttavia, anche in questo caso, i pronostici per i prossimi mesi sono per un calmieramento (v. chart 5).
Ciò non impedirà ai banchieri centrali di rialzare nuovamente i tassi di interesse alla riunione del 2 novembre. L'aumento dei tassi raffredda indubbiamente la domanda – pur generando altri tipi di danni - ed è l'unico strumento di cui la Fed ha deciso di servirsi per cercare di riportare l'inflazione sotto controllo. Sarà vera gloria?
In attesa che giunga una risposta alla domanda, certamente queste notizie restano pessime per i Democratici in vista delle elezioni di metà mandato. Anche se il Presidente Biden ha detto di aver visto segni di progresso nel rapporto, "i prezzi sono ancora troppo alti", ha precisato in una dichiarazione. I repubblicani, dal canto loro, possono trarre spunto da molti dettagli del rapporto per evidenziare la stretta sui portafogli dei consumatori, inasprendo le loro critiche alla gestione dell'economia da parte di Biden.
Dal punto di vista del mercato azionario la pubblicazione del suddetto rapporto ha innescato, secondo SentimenTrader, una importante inversione intraday (reversal) del prezzo di alcuni indici: per esempio, è la quinta più importante di sempre per lo S&P500 e la quarta per il Nasdaq (v. chart 6).
Tuttavia i grafici dei suddetti indici che vi proponiamo (v. chart 7 e 8) al momento non ci sembrano ancora pronti a cogliere la portata dell'evento.
Per lo S&P500 non si va da nessuna parte se almeno non si supera la resistenza di 3722; per il Nasdaq 100 stesso discorso vale per il livello di 11265; entrambi minimi comuni denominatori per longare omeopaticamente Wall Street.
All the best
dott. Massimo Moschella
Professional Trader & Teacher at Cpe Trader
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