TASSO DI INFLAZIONE ITALIANO ANNUO: LE PROSPETTIVE SUONANO BENE.
Il tasso di inflazione annuo in Italia è salito all'11,8% nell'ottobre del 2022, il più alto degli ultimi 37 anni, in rialzo dall'8,9% del mese precedente e leggermente al di sotto delle stime preliminari dell'11,9% (v. chart 1).
I prezzi dell'energia hanno subito un'impennata (71,1% contro il 44,5% di settembre), sia per la tipologia non regolamentata (79,4% contro 41,2%) che per quella regolamentata (51,6% contro 47,7%), a causa dell'aumento dei costi di acquisto del gas naturale da fonti alternative alla Russia. I costi al consumo sono aumentati anche per gli alimenti e le bevande analcoliche (13,5% contro 11,7%). Il tasso di inflazione core annuale, che esclude l'energia e gli alimenti non lavorati, ha esteso il suo record al 5,3% dal 5% di settembre. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati del 3,4%, l'incremento più netto dal 1980, in ripresa rispetto al +0,3% del mese precedente.
Le nostre aspettative restano nonostante tutto improntate all'ottimismo. Anche secondo i modelli macro globali, il tasso di inflazione in Italia potrebbe attestarsi entro la fine di questo trimestre intorno al 10-10,50%, ridursi al 3,20% nel 2023 e addirittura tornare sotto il 2% nel 2024 (v. chart 2).
In ottobre, rispetto al mese precedente, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato del 3,40%. Il grafico che proponiamo mostra plasticamente l'impennata mensile del dato: erano almeno 25 anni che non si osservava una squeeze del genere (v. chart 3).
Squeeze destinata, come abbiamo anticipato, a rientrare. Il tasso d'inflazione a medio termine in Italia dovrebbe riportarsi in media allo 0,50% entro la fine di questo trimestre e rimanerci fino a tutto il 2023, per ridursi poi allo 0,40% nel 2024.
Stesse considerazioni è possibile applicare al tasso d'inflazione armonizzato a/a in Italia, salito al 12,60% in ottobre dal 9,40% di settembre (v. chart 4).
Anche in questo caso le nostre aspettative propendono per una riduzione dello stesso al 9,50% entro la fine di questo trimestre con ulteriore sgonfiamento nel corso del 2023 (v. chart 5).
Intanto il Ftse Mib inanella ben 6 candele settimanali verdi di fila e tentenna comprensibilmente al contatto con il lato superiore del doppio canale B che abbiamo tracciato con la stessa ampiezza del canale A. Il prezzo dunque appare stretto tra la ma 100 (24245) e la resistenza visibile a 24730. E' evidente che se trovasse la forza di vincere questo ostacolo, sarebbe probabile un ulteriore upgrade a 24730 e poi su per la categoria dei 25000 (v. chart 6).
Tuttavia non ci sarebbe nulla di disdicevole se il prezzo flettesse fino a 24260 e ancora sotto fino a 23700, purchè si mantenesse sopra il pavimento del Supetrend lento (23420), al di sotto del quale sapremmo cosa fare (v. chart 7).
All the best
dott. Massimo Moschella
Professional Trader & Teacher at Cpe Trader
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