STATI UNITI: LA POLITICA MONETARIA HAWKISH COMINCIA A PRODURRE DANNI ALL'ECONOMIA.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti nel novembre sono diminuite dello 0,6% mese su mese, molto peggio delle previsioni del mercato che prevedevano un calo dello 0,1%. Si tratta del calo maggiore registrato finora quest'anno, con le vendite di mobili (-2,6%), materiali da costruzione (-2,5%) e autoveicoli (-2,3%) che hanno subito la flessione maggiore durante il periodo festivo. Altre diminuzioni sono state registrate nei negozi di elettronica (-1,5%), nei dettaglianti non negozianti (-0,9%), negli articoli sportivi, hobby, strumenti musicali e libri (-0,6%), nei distributori di benzina (-0,1%) e nei negozi di articoli generali (-0,1%). Al contrario, si sono registrati aumenti nelle vendite dei servizi di ristorazione e dei locali di consumo (0,9%), dei negozi di alimentari e bevande (0,8%), dei negozi di articoli sanitari e per la cura della persona (0,7%) e dei dettaglianti vari (0,5%). I dati di novembre, che comprendono il Black Friday e il Cyber Monday durante i quali vengono offerti grandi sconti, indicano un rallentamento della spesa dei consumatori a causa dell'inflazione e dei tassi di interesse elevati. I dati mostrano inoltre che gli acquisti per le vacanze sono stati anticipati a ottobre, quando le vendite sono aumentate dell'1,3% (v. grafico 1).
Secondo nostre le attese, le vendite al dettaglio dovrebbero attestarsi all'1,0% entro la fine del trimestre e continuare così nel 2023 e allo 0,40% nel 2024 (v. grafico 2).
Le vendite al dettaglio, escluse le auto, hanno subito una contrazione dello 0,2% mese su mese, la più alta dal dicembre dello scorso anno, sfidando le previsioni del mercato che prevedevano un aumento dello 0,2% (v. grafico 3).
Secondo le attese degli analisti, le vendite al dettaglio ex auto dovrebbero attestarsi allo 0,30% entro la fine di questo trimestre e risalire A lungo termine, secondo i nostri modelli econometrici, le vendite al dettaglio degli Stati Uniti al netto delle automobili dovrebbero attestarsi intorno all'1,20% nel 2023 e allo 0,40% nel 2024 (v. grafico 4).
L'indice manifatturiero della Fed di Filadelfia negli Stati Uniti è rimasto negativo, ma è salito di 6 punti a -13,8 a dicembre, rispetto alle aspettative del mercato di -10. Si tratta della quarta lettura negativa consecutiva e della sesta negli ultimi sette mesi. Il 31% delle aziende ha segnalato un calo dell'attività, mentre il 17% ha segnalato un aumento. La maggioranza (51%) non ha registrato variazioni. L'indice dei nuovi ordini è sceso di 9 punti a -25,8, la lettura più bassa da aprile 2020, e l'indice delle spedizioni è sceso di 13 punti a -6,2, la prima lettura negativa da maggio 2020. L'indice dell'occupazione è sceso in territorio negativo per la prima volta da giugno 2020, passando dal 7,1 di novembre al -1,8 di questo mese. Anche l'indice della settimana lavorativa media è diventato negativo, scendendo di 10 punti a -8,9 (v. chart 5).
Secondo i modelli macro globali, l'indice manifatturiero Philadelphia Fed dovrebbe attestarsi a -7,00 punti alla fine di questo trimestre prt poi ritornate positivo a circa 15,00 punti nel 2023 e consolidare al 5% nel 2024 (v. grafico 6).
L'indice manifatturiero Empire State di New York è a dicembre sceso di 16 punti rispetto al mese precedente, attestandosi a -11,2 punti, ben al di sotto delle aspettative del mercato di -1,0 e indicando il più forte deterioramento dell'attività economica dello Stato di New York da agosto. I nuovi ordini sono leggermente diminuiti, mentre le spedizioni sono aumentate. I tempi di consegna e le scorte sono rimasti invariati. Gli indicatori del mercato del lavoro hanno segnalato un moderato aumento dell'occupazione, ma una settimana lavorativa media leggermente più corta. Sul fronte dei prezzi, sia i prezzi degli input che quelli di vendita sono aumentati più o meno allo stesso ritmo del mese scorso (v. grafico 7).
In prospettiva le aspettative degli analisti sono improntate ad un maggiore ottimismo: l'indice manifatturiero NY Empire State negli Stati Uniti dovrebbe raggiungere 1,00 punti entro la fine di questo trimestre e attestarsi intorno ai 6,00 punti nel 2023 e ai 9,00 punti nel 2024 (v. grafico 8).
Il mercato del lavoro continua invece a non impensierire: il numero di americani che ha presentato nuove richieste di sussidi di disoccupazione è sceso di 20.000 unità a 211.000 nella settimana conclusasi il 10 dicembre, il valore più basso dalla fine di settembre e ben al di sotto delle aspettative del mercato di 230.000 unità. L'indicatore non destagionalizzato è sceso di 39.095 unità a 248.881, con il calo maggiore registrato a New York dopo il grande balzo della settimana precedente. Anche le domande in Texas, Georgia e California sono diminuite (v. grafico 9).
Secondo le nostre le aspettative, le richieste iniziali di disoccupazione potrebbero attestarsi a 250.000 unità entro la fine di questo trimestre per mantenersi intorno alle 220.000 unità nel 2023 (v. grafico 10).
Con riferimento allo S&P500 giusto ieri su questa rubrica scrivevamo: "Il rialzo cominciato il 13/10 potrebbe anche essere agli sgoccioli. In ogni caso il massimo del 1° dicembre si pone come inferiore rispetto al precedente del 13/09. Certamente 3934 è supporto strategico, per ora respinto ben 5 volte". E oggi, con gran puntualità, il prezzo fa segnare un -3% da massimo a minimo, insediando il supporto di 3934 che coincide con il pavimento del Supertrend lento. Non ci resta che attendere la fine della sessione per verificare se la candela giornaliera chiuderà sotto o sopra il predetto livello. La ma50 dovrebbe intercettare questa prima ondata ribassista. Nel caso peggiore i possibili target sono già indicati sul grafico (v. grafico 11).
All the best
dott. Massimo Moschella
Professional Trader & Teacher at Cpe Trader
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