I PREZZI ALLA PRODUZIONE IN GERMANIA ACCENDONO UN SORRISO DI OTTIMISMO.
L'Ufficio Federale di Statistica ha oggi comunicato che a settembre i prezzi alla produzione in Germania sono aumentati del 2,3% rispetto al mese precedente, rallentando bruscamente rispetto all'impennata del 7,9% di agosto, ma superando le aspettative del mercato dell'1,3%. Nel complesso, si è trattato dell'inflazione alla produzione più bassa da giugno, in un contesto di prezzi delle materie prime tutto sommato in calo (v. chart 1).
I modelli macro globali sembrano piuttosto concordi nell'ipotizzare che il dato dovrebbe contrarsi ulteriormente, anche fino all'1,20% entro la fine di questo trimestre. Nel lungo termine l'inflazione mensile dei prezzi alla produzione in Germania dovrebbe attestarsi intorno allo 0,90% nel 2023 e allo 0,30% nel 2024. Il grafico che mostriamo sembra indicare che l'esplosione del dato sarebbe sulla via di una lenta normalizzazione (v. chart 2).
L'inflazione annua alla produzione in Germania si conferma invece al 45,8%, invariata rispetto al valore record di agosto e al di sopra delle previsioni di mercato del 44,7%. A ben guardare i prezzi dell'energia sono rimasti il principale fattore di rialzo (132,2% rispetto al 139,0% di agosto), in particolare la distribuzione di gas naturale (192,4%) e l'elettricità (158,3%). Escludendo l'energia, i prezzi alla produzione sono aumentati del 14,0% rispetto a un anno prima. Altri aumenti significativi sono stati registrati per i beni intermedi (16,8%), in particolare i metalli (18,1%) e i prodotti chimici di base, i fertilizzanti e i composti azotati (33,5%); i beni di consumo non durevoli (18,3%), come i prodotti alimentari (24,2%); i beni di consumo durevoli (10,9%); e i beni strumentali (7,8%), principalmente guidati da macchinari (9,1%) e veicoli (6,3%) (v. chart 3).
Le aspettative degli analisti sono a favore di un ulteriore aumento del dato al 51,0% entro la fine di questo trimestre. Ma nel lungo termine la variazione dei prezzi alla produzione dovrebbe ridursi al 15,0% nel 2023 e al 4,50% nel 2024. Che è sempre un dato elevato rispetto al 2020 ma assolutamente gestibile (v. chart 4).
Il Dax risulta ancora inscritto all'interno di un canale rialzista di lungo periodo (A) all'interno del quale ha disegnato un canale ribassista (B) di breve nel quale ha trovato buon supporto a 11860 (v. chart 5).
Da lì è cominciata la rimonta che lo ha portato a contatto con una prima area di resistenza sorvegliata dalla ma50 daily e dal tetto del Supetrend lento (12845, v. chart 6).
Una eventuale rottura spingerà l'indice a contatto con i 13000. Fino a 13380 rimarrà all'interno del canale ribassista B. Oltre andrà a misurarsi con la ma200 che dovrebbe incrociare in zona 13700. Il Macd scalpita (v. chart 7). Tutto da rifare se il prezzo tornasse sotto la ma20 (12390-12350).
All the best
dott. Massimo Moschella
Professional Trader & Teacher at Cpe Trader
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