L'INFLAZIONE GIAPPONESE ALLA FINE PIEGA I CONSUMI DELLE FAMIGLIE. IL NIKKEI RINGRAZIA.
Il tasso d'inflazione annuale in Giappone era salito al 3,8% a novembre dal 3,7% del mese precedente, segnando la lettura più alta dal gennaio 1991, tra gli alti prezzi delle materie prime importate e la persistente debolezza dello yen. Le pressioni al rialzo sono arrivate da tutte le componenti: alimentari (6,9% rispetto al 6,2% di ottobre); abitazioni (1,2% rispetto all'1,1%); combustibili, luce e acqua (14,1% rispetto al 14,6%), soprattutto elettricità (20,1% rispetto al 20,9%) e gas (21,0% rispetto al 20,0%); trasporti e comunicazioni (1,6% vs 2,0%); spese mediche (0,3% vs 0,2%), mobili e utensili per la casa (7,3% vs 6,9%); abbigliamento (2,7% vs 2,5%), istruzione (0,7% vs 0,7%) e varie (0,9% vs 0,8%). I prezzi al consumo core erano aumentati del 3,7% su base annua, il massimo dal dicembre 1981, rispettando le previsioni del mercato ma superando l'obiettivo del 2% della Banca del Giappone per l'ottavo mese consecutivo. Adesso aspettiamo la release del 19 gennaio per verificare il dato aggiornato.
Intanto ieri l'indice dei prezzi al consumo core per l'area Ku di Tokyo in Giappone è balzato del 4% nel dicembre 2022, aumentando al ritmo più veloce in quattro decenni e superando le previsioni di un aumento del 3,8% in un segnale di aumento della pressione inflazionistica (v. chart 1).
Il tasso di inflazione di base di Tokyo, un indicatore principale dell'andamento dei prezzi a livello nazionale, ha superato l'obiettivo del 2% della Banca del Giappone per il settimo mese consecutivo, poiché le imprese hanno continuato a trasferire i costi più elevati sui consumatori. Ciò probabilmente rafforzerà le aspettative che la BOJ possa abbandonare la politica monetaria ultra-accomodante modificando i suoi obiettivi di rendimento. Tuttavia, il governatore della banca centrale Haruhiko Kuroda ha continuato a respingere le insinuazioni di un atteggiamento da falco, sostenendo che la banca deve continuare a sostenere l'economia fino a quando l'attuale inflazione spinta dai costi non si trasformerà in un'inflazione guidata dalla domanda, accompagnata da un aumento dei salari.
Sic stantibus, non può stupire che la spesa delle famiglie in Giappone risulti in calo dell'1,20% a novembre rispetto all'anno precedente (v. chart 2).
Secondo le nostre aspettative, tuttavia, il dato potrebbe risalire all'1,40% entro la fine di questo trimestre e avere un atteggiamento ondivago fino al 2024 (+1,20/+2,00) (v. chart 3).
Anche nella rilevazione mese su mese la spesa delle famiglie giapponesi è scesa a a -0,90% dall'1,10% di ottobre (v. chart 4).
Intanto il Nikkei resta inserito all'interno di un canalone ribassista (rette rosse) dopo essere fuoriuscito il 20.12.2022 da un canale regressione lineare rialzista (rette gialle). Il Macd ha appena incrociato positivamente sul tf daily, mentre l'RSI sembra essersi lasciato alle spalle la fase dell'ipervenduto. In teoria il prezzo, se chiuderà sopra i 26400, potrà ambire a target interessanti (vedi rettangolo azzurro); sempre ricordando che, fino a 27250-27280 resta sottoposto alla ma200. Insomma, al momento la price action va catalogata come rimbalzo tecnico di belle speranze.
Primo test sarà il contatto con la ma20 (26570). Penetrata la stessa: 26780 e 26900 (v. chart 5).
All the best
dott. Massimo Moschella
Professional Trader & Teacher at Cpe Trader
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