GIAPPONE: L'INFLAZIONE ERODE LE VENDITE AL DETTAGLIO.
Le vendite al dettaglio in Giappone sono aumentate a novembre del 2,6% rispetto a un anno prima, rallentando per il secondo mese consecutivo e mancando le aspettative di un aumento del 3,7%. Tuttavia, questo è stato il nono mese consecutivo di crescita del commercio al dettaglio, in quanto il consumo interno è rimasto resistente nonostante le persistenti preoccupazioni di Covid. I settori che hanno contribuito maggiormente all'aumento sono stati i medicinali e gli articoli da toeletta (12%), altri (9,5%) e gli autoveicoli (8,1%), mentre un calo dell'attività di vendita al dettaglio è stato registrato nei settori dell'abbigliamento e degli accessori in tessuto (-8%), dei rivenditori non al dettaglio (-3,2%) e dei carburanti (-2,6%) (v. grafico 1).
Su base mensile, il commercio al dettaglio è sceso dell'1,1% a novembre, invertendo la tendenza rispetto alla crescita dello 0,3% rivista al rialzo di ottobre e diventando negativo per la prima volta da giugno.
Secondo i modelli macro globali, le vendite al dettaglio YoY in Giappone dovrebbero attestarsi all'1,40% nel 2023 (v. grafico 2). Una bella contrazione, non c'è che dire.
D'altronde il tasso d'inflazione annuale in Giappone è salito a novembre al 3,8% dal 3,7% del mese precedente, segnando la lettura più alta dal gennaio 1991, tra gli alti prezzi delle materie prime importate e la persistente debolezza dello yen. Le pressioni al rialzo sono arrivate da tutte le componenti: alimentari (6,9% rispetto al 6,2% di ottobre); abitazioni (1,2% rispetto all'1,1%); combustibili, luce e acqua (14,1% rispetto al 14,6%), soprattutto elettricità (20,1% rispetto al 20,9%) e gas (21,0% rispetto al 20,0%); trasporti e comunicazioni (1,5% rispetto al 3,7% del mese precedente). 0%); trasporti e comunicazioni (1,6% vs 2,0%); spese mediche (0,3% vs 0,2%), mobili e utensili per la casa (7,3% vs 6,9%); abbigliamento (2,7% vs 2,5%), istruzione (0,7% vs 0,7%) e varie (0,9% vs 0,8%) (v. chart 3).
I prezzi al consumo core sono aumentati del 3,7% su base annua, il massimo dal dicembre 1981, rispettando le previsioni del mercato ma superando l'obiettivo del 2% della Banca del Giappone per l'ottavo mese consecutivo. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,3% a novembre, in rallentamento rispetto all'aumento dello 0,6% di ottobre, che è stato l'incremento più forte da aprile 2014 (v. chart 4).
Il 29 novembre scorso, a proposito del Nikkei, scrivevamo:
“Il Nikkei si è reso protagonista di una rimonta spettacolare partita a marzo 2022.
Ha disegnato un canale di regressione lineare di stampo rialzista scavalcando al momento, su tf weekly, tutte le principali medie mobili (sul giornaliero è già in up trend). La ciliegina sulla torta coinciderebbe con il superamento del tetto del Supertrend (28940); ma già forzare la resistenza posta a 28550 sarebbe un ulteriore bel segnale. Perdere i 27880 inaugurerebbe probabilmente una fase di debolezza (v. chart 5)”.
In effetti avevamo individuato la resistenza giusta perchè il prezzo non riesce a scavallarla e da lì ripiega fino a rompere il supporto sito a 27880 colpendo velocemente i target da noi annotati sul grafico (27420, 27200, 26900, 26400, 26240) determinando un crollo dell'indice del -8,40% ma soprattutto la fuoriuscita dal canale rialzista. Sicchè, la perdita dei minimi a 26080 condurrà con ogni probabilità l'indice a saggiare i supporti indicati a 25950, 25780 e 25650 (v. chart 6).
I rialzisti potranno sperare solo in un riavvicinamento prima a 26900 e poi all'area resistenziale dei 27250-27300 dove convergono la ma200 daily e il tetto del Supetrend lento (v. chart 7).
All the best
dott. Massimo Moschella
Professional Trader & Teacher at Cpe Trader
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