GIAPPONE: GLI INDICATORI FLETTONO MA NON IMPENSIERISCONO (PER ORA).
Il Japan Economy Watchers Survey è un indicatore che determina il sentiment dei lavoratori rispetto all'attività economica, e dunque potenzialmente in grado di anticipare la spesa dei consumatori.
Comunicato in nottata da Tokyo, è aumentato di 2,9 punti rispetto al mese precedente, raggiungendo il valore di 48,4 nel settembre 2022 (v. chart 1).
Si tratta della lettura più alta da giugno favorita certamente dal fatto che il governo ha eliminato tutti i limiti suggeriti dalla pandemia a seguito di un calo costante dei casi di virus. L'indice ha registrato dunque un aumento in gran parte dovuto all'incremento delle voci relative a cibo e bevande.
Anche l'au Jibun Bank Japan Services PMI è stato rivisto al rialzo a un massimo di tre mesi di 52,2 nello scorso settembre da una lettura preliminare di 51,9 e dopo un finale di 49,5 un mese prima (v. chart 2). Anche in questo caso l'allentamento delle restrizioni COVID-19 ha giocato un ruolo determinante.
Il tasso di disoccupazione del Giappone è sceso al 2,5% nell'agosto 2022 dopo essersi attestato al 2,6% negli ultimi tre mesi, in linea con le previsioni e segnando la lettura più bassa dal febbraio 2020 (v. chart 3).
Il numero di disoccupati è diminuito su base destagionalizzata dello 0,6% a 1,75 milioni ad agosto rispetto a un mese fa in quanto le imprese hanno cercato di aumentare la propria capacità produttiva. Nel frattempo, il rapporto tra posti di lavoro e domande di assunzione si è attestato a 1,32 ad agosto, salendo da 1,29 a luglio e raggiungendo il valore più alto da aprile 2020.
L'indice dei prezzi al consumo core in Giappone, che esclude gli alimenti freschi ma include i costi del carburante, è aumentato del 2,8% nell'agosto 2022 rispetto a un anno fa, superando le aspettative di un aumento del 2,7% e accelerando rispetto all'aumento del 2,4% di luglio, grazie all'aumento dei costi delle materie prime e alla debolezza dello yen (v. chart 4).
L'inflazione di base ha inoltre superato l'obiettivo della banca centrale del 2% per il quinto mese consecutivo, rappresentando una sfida per la Bank of Japan che considera tale inflazione di spinta dei costi come temporanea e un rischio per i consumi. Secondo gli analisti, l'aumento dei prezzi dei carburanti e dei generi alimentari, causato dalle perturbazioni globali, e l'indebolimento dello yen che fa lievitare i costi delle importazioni, dovrebbero mantenere l'inflazione giapponese al di sopra dell'obiettivo della banca centrale per la maggior parte di quest'anno. Nel frattempo, si prevede che la BOJ manterrà i tassi di interesse ultra-bassi nella riunione di settembre, nonostante le pressioni inflazionistiche e valutarie, con l'obiettivo di sostenere la fragile ripresa economica (v. chart 4 bis).
Questo valutazioni hanno fatto si che l'au Jibun Bank Japan Manufacturing PMI si sia attestato a settembre a 50,8 rispetto alla lettura flash di 51,0 e dopo il 51,5 finale di agosto. Si è trattato della crescita più contenuta dell'attività industriale dal calo di gennaio 2021 (v. chart 5).
Alla luce di ciò, non stupisce che il Nikkei 225 batta in testa. Certo, dall'ultimo doppio massimo segnato a settembre 2021 (30810 top assoluto), la perdita occorsa è stata “solo” del 19,80%. Il prezzo minaccia di abbandonare il canale rialzista giallo C e di scivolare nuovamente in quello ribassista A. Si trova infatti a contatto con il supporto chiave di 26400 la cui perdita autorizzerebbe a targetizzare, da un punto di vista didattico, almeno i 26240 e i 26080 (v. chart 6).
Il Macd per ora non autorizza a sperare in meglio (v. chart 7).
Purtuttavia un tentativo di rialzo potrà essere sostenuto solo al superamento dei 27422 (23,60% di Fibo).
All the best
dott. Massimo Moschella
Professional Trader & Teacher at Cpe Trader
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