GERMANIA, INDICE ZEW SPROFONDA.
L’indice ZEW, acronimo di Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung, viene rilasciato mensilmente e registra, attraverso un'indagine, il sentiment di 350 esperti tedeschi del settore economico. Esso è costruito sostanzialmente come la differenza fra la percentuale di ottimisti e di pessimisti.
La correlazione tra questo indice e l’andamento dell’Euro/indice Dax è generalmente positiva. Dati positivi dello Zew superiori allo zero, e comunque alle aspettative formulate dagli analisti, equivalgono a pronostici positivI sull’economia europea e possono portare sia ad un rafforzamento della moneta unica sui mercati valutari che ad un rialzo del mercato azionario. Il contrario avviene in caso di valori inferiori allo zero o comunque più bassi delle aspettative formulate.
Dal mese di marzo di quest'anno l'andamento delle aspettative è sceso sensibilmente sotto la linea dello zero come mostrato dal chart 1 che alleghiamo. La tendenza di fondo appare ancora negativa.
In particolare, dopo una crescita fino al 54,3 di febbraio, lo ZEW si è inabissato al 39,3 di marzo per poi sprofondare quest'oggi a -61,9 punti dai -55,3 di agosto.
Il dato è persino peggiore delle attese già non lusinghiere degli analisti che stimavano una valore di -60 punti.
Peggiorate anche le aspettative sulle condizioni attuali che si portano a -60,5 punti da -47,6 (dato atteso: -52,2).
Impressionante anche il numero dei fallimenti di aziende tedesche. Il chart 2 mostra il dato ufficiale aggiornato a maggio 2022: proprio da marzo c'è stata una esplosione del fenomeno. Inquietante comunque lo si consideri perchè parliamo di un paese che è a tutti gli effetti la locomotiva d'Europa.
A chi potrebbe stupire, alla luce di tutto quanto, il valore incredibilmente basso della produzione di automobili made in Germany in agosto (v. chart 3)?
Ovviamente non è un caso che l'indice della borsa tedesca abbia fatto registrare un minimo significativo (12420) proprio nel mese di marzo, peggiorato di poco il successivo 5 luglio (12380). La debolezza dell'euro, inoltre, è fenomeno di certo anche legato a quanto sopra commentato e naturalmente ben noto ai nostri lettori; sul punto quindi non ci intratterremo oltre lasciandone il commento ad altri colleghi.
Ma torniamo al Dax (v. chart 4).
Le quotazioni disegnano sostanzialmente già dalla fine dello scorso anno un canale di regressione lineare di stampo ribassista. Una conformazione megafonica – che pure abbiamo disegnato - ci appare, al momento in cui scriviamo, meno convincente. Il valore sembra essersi allontanato dai minimi annuali toccati nell'area compresa tra 12380-12420. E pur tuttavia oggi ha subito una brutta battuta di arresto in concomitanza con l'uscita dei su illustrati dati.
Nulla che ci sorprenda particolarmente poichè i massimi odierni erano entrati in un'area resistenziale molto impegnativa dalla quale non ci poteva attendere nulla di buono: 13435 coincide con il tetto del Supertend lento; 13482 con il passaggio della ma100 giornaliera; 13624 è resistenza statica che si sovrappone alla tl dinamica che unisce i massimi degli ultimi nove mesi. Parliamo di valori visibili, e condivisibili, ad ogni latitudine.
Difficile dunque avere subito la meglio su questi livelli nelle attuali condizioni complessive di debolezza economica e finanziaria. Non ci stupiremmo, pertanto, che il Dax venisse medio tempore respinto sotto i 13000, precisamente tra i 12900 e 12800.
I traders potrebbero sperare in un timido upgrade solo in ipotesi di rottura della resistenza individuabile a 13500 con target limitabile, per ora, a 13600.
Fare più ardite previsioni al momento appare azzardato. Gli indicatori non autorizzano.
All the best
dott. Massimo Moschella
Professional Trader & Teacher at Cpe Trader
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