BREVE RIASSUNTO AL TERMINE DI UNA SETTIMANA IMPEGNATIVA.
Se alla vigilia delle releases macro di giovedì e venerdì la previsione di un prossimo (1° febbraio) rialzo del Fed Funds rate da 0,25% era opinione prevalente, ora è diventata l'unica condivisa, con una probabilità di concretizzazione stimata oltre il 90 per cento.
Gli analisti internazionali stimano che, con un CPI vicino al target del 2.0% già alla fine di quest’anno, Powell potrebbe mostrarsi soddisfatto. Il core CPI al netto del fattore immobiliare è risultato negativo per il terzo mese di fila, ed ora è contenuto al +4.4%.
Lo S&P500 avrebbe raggiunto ieri una scadenza ciclica deputata ad intercettare un massimo, senza spezzare la sequenza di massimi e minimi discendenti in essere da più di un anno né avere ragione della resistenza risultata sempre fatale finora: parlo della trendline che con precisione chirurgica ha contenuto i massimi di fine marzo, di metà agosto e di dicembre (v. chart 1).
La nota di conforto è che ha vinto per il momento la resistenza opposta dalla ma200 ma non ha ancora battuto i due massimi relativi precedenti situati a 4110 e 4165. Prossimo è il confronto con i tetto del Supertrend lento passante per 4032.
Non rassicura ancora, invece, la persistente scarsa vivacità mostrata nell’ultima settimana – che è stata di grande rimonta per tutti gli altri indici - dal Nasdaq 100 che ha realizzato un movimento ancora insufficiente a piegare la tendenza discendente ben salda da più di un anno a questa parte. La ma200 passa per 12055, e appare dunque ancora piuttosto lontana, mentre Il Macd è sottoposto alla linea dello zero (v. chart 2).
Intanto il piccolo Ftse Mib realizza una sequenza di dieci candele verdi, la quattordicesima negli ultimi 18 giorni: effetti probabili del superamento della media mobile a 200 giorni e del tetto del Supertrend lento (v. chart 3).
Un modello previsionale basato sul mercato delle opzioni, spettacolare nell'anticipare i movimenti delle settimane trascorse, ci indica che probabilmente è ancora troppo presto per chiamare un massimo definitivo per la borsa italiana (v. chart 4). Gli aspetti da considerare sono i punti di svolta e le tendenze, mai la profondità delle medesime.
Un dato che sembra acquisito è l'invertito rapporto di forza tra l'equity di Europa e Stati Uniti (v. chart 5). Nel grafico il confronto tra Eurostoxx 50 e S&P500.
All the best
dott. Massimo Moschella
Professional Trader & Teacher at Cpe Trader
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