DELUSIONE TRA LA LAGARDE E PIL USA
Nulla di fatto dunque per quanto riguarda la BCE, che lascia tassi invariati e nessuna novità sul fronte PEPP.
Per la Lagarde, l’inflazione è sostenuta nel breve termina, ma rientrerà nelle soglie previste del 2% nel futuro prossimo, in quanto generata dalle difficoltà di reperire materie prime, componentistiche atte alla produzione e serie difficoltà nella distribuzione, facendo di fatto calare l’offerta a fronte di un’alta domanda, che genera cosi prezzi a rialzo.
Tutto dovrebbe normalizzarsi già nel 2022, pertanto non serve ricorrere a politiche più aggressive e meno accomodanti, il piano PEPP terminerà come previsto entro il marzo 2022.
I dati sull’inflazione in Germania, pubblicati poco prima della conferenza stampa della Lagarde, mostrano prezzi in salita e inflazione al rialzo, sfiduciando cosi, le parole della Banca Centrale Europea.
A deludere ancor più gli operatoti i dati sul PIL americano, che vede un incremento del 2% a fronte di un 2.7% atteso e un precedente +6.7%, mostrando una brusca frenata della crescita a stelle e strisce.
Tutto questo ha permesso ad EUR/USD di salire fino alle aree di resistenza poste a 1.1670-80, e trascinare con se tutte le majors che hanno goduto della debolezza del biglietto verde, portandosi a ridosso delle resistenze di breve.
I retail hanno cosi potuto prendere profitto dalle posizioni long euro, che erano il 62% ieri, portandosi ad un ancor più equilibrato 50% di oggi, rimandando di fatto le dinamiche legate all’euro alla prossima riunione di dicembre.
La debolezza del dollaro americano mostrata nel pomeriggio, in seguito ai dati sul Pil, ha visto l’ingresso di nuovi retail long, che si portano oggi al 62% rispetto ad più equilibrato 50% visto ieri.
Salgono tutte le altre majors in virtù della debolezza di dollari, e anche la sterlina guadagna qualche punto percentuale, attirando i retail short che salgono ad un 69% rispetto ad un 62% di ieri.
Stabili le posizioni sullo yen giapponese con i retail long al 87% non lontane dal 86% di ieri.
I buoni dati di stanotte sulle vendite al dettaglio in Australia uscite stanotte, hanno sostenuto la moneta oceanica, consentendo ai retail di incrementare le loro posizioni short che vanno di fatto al 83% rispetto al 79% di ieri
Stabile il petrolio e il comparto energetico, con il Natural Gas che perde terreno dai recenti massimi, e con loro anche il dollaro canadese sembra stabile nei prezzi e nelle percentuali di retail short ancora al 76% , in linea con i dati di ieri.
Ancora sentiment ribassista per il dollaro neozelandese con i retail short al 82% non lontani dall’85% visto ieri, al netto di prese di profitto dopo gli storni dai massimi di periodo.
Buon Week End e Buon trading
Salvatore Bilotta
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