Il declino italiano tra banche e poste: ritorno a inizio ‘900 pre bellico
Il risparmio postale in Italia oggi è alto oppure basso? Rispetto al passato sicuramente in declino, come dimostra il peso sul debito pubblico totale. Lo stato ha passività per l’84% in titoli contro un 2,2% di raccolta postale. La fotografia della composizione del debito pubblico degli ultimi 40 anni italiani, quelli del declino, coincide con il periodo pre bellico a inizio novecento. Il boom economico degli anni ‘50/’60 evidenzia invece una eterogeneità della composizione del debito pubblico: negli anni ’70 la quota postale, il cui prezzo non oscilla come quello dei titoli sui mercati finanziari, era uguale a quello di bot e btp. Una buona ed efficiente diversificazione delle fonti di finanziamento probabilmente funzionò. Con la riforma delle regioni, con le nuove politiche di welfare più aggressive e poco lungimiranti, con il divorzio tra Banca D’Italia e Tesoro (=politica fiscale non dipendente più da quella monetaria ma dal mercato), cresce prepotentemente la quota dei titoli di stato mentre le banche, che un tempo prestavano i soldi alla pubblica amministrazione, dovranno cessare di dare fidi pubblici e iniziare a comprare i titoli di stato sul mercato primario e secondario. Negli anni ’80 si rompe il rapporto diretto banche-stato a favore di banche-mercato. Una mancanza di lungimiranza su demografia, flussi migratori, globalizzazione e tecnologia, hanno compromesso la produttività che non è riuscita a colmare il gap della crescita più veloce del debito italiano. Il futuro è riflesso nella popolazione non attiva (pensionati, minori e disoccupati) che graveranno sulla più esigua fetta di lavoratori attivi. Le banche tornino a fare il proprio mestiere, anche se dovranno riconvertirsi al capitale di rischio per far rientrare sia i privati che gli stati dall’enorme debito che segna il record recente del 360% del pil globale. Inflazione, monetizzazione dei debiti, titoli di stato nei bilanci bancari: tutto fa pensare ad un ritorno agli anni ‘70/’80 ma all’epoca c’erano tassi alti e debiti bassi e il controllo delle politiche valutarie, oggi è il contrario e sembra che il ritorno ai valori di inizio ‘900 possano indicare nuovi periodi con venti di guerra all’orizzonte dopo un lungo periodo di pace europeo.
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